Museo di Roma a Palazzo Braschi – Piazza San Pantaleo, 10
(fino al 27 marzo 2022)
di Luisa Chiumenti
Gustav Klimt si presenta al grande pubblico con la mostra dal titolo “Klimt la Secessione e l’Italia”, quale vero e proprio “protagonista della secessione viennese”. Si tratta di un progetto scaturito dalla sinergia tra la Sovrintendenza ai beni culturali di Roma Capitale, il Belvedere Museum di Vienna, la Klimt Foundation e la Neue Galerie Graz ed è stato co-prodotto da Arthemisia con Zètema. La mostra si è basata su un’accurata selezione e studio dei documenti anche biografici, oltre che strettamente artistici e culturali, italiani e austriaci, esaminati dai curatori Franz Smola del Belvedere (che conserva il più alto numero di opere dell’artista), Sandra Tretter vicedirettrice della Fondazione Klimt e Maria Vittoria Marini Clarelli soprintendente capitolina. Oltre duecento le opere in mostra fra dipinti, disegni, manifesti d’epoca e sculture, provenienti dai più importanti musei internazionali e da collezioni pubbliche e private.
Quattordici le sezioni della mostra molto ben evidenziate da un accurato allestimento: dai quadri di paesaggio, spesso sconosciuti, ma colmi di fascino, ad opere come “Giuditta” del 1901 o il “Nudo femminile che incede”, “Il ritratto di signora in bianco”, “Il nudo femminile frontale in Piedi”, “Il ritratto di Anna Staude”, “La sposa” (incompiuta per la morte del maestro) o il “Ritratto di signora”, tra gli ultimi lavori dell’artista (dalla Galleria Ricci Oddi di Piacenza e ritrovato nel 2019). Figlio di un orafo, Gustav Klimt, nato nel 1862 in un sobborgo della capitale divenne ben presto “protagonista della Secessione Viennese”. Molto amante dei viaggi, pur andando sempre a passare le vacanze presso lo stesso lago in Austria, una volta accolto l’invito di trascorrere un lungo periodo (da luglio a settembre) da un amico sul lago di Garda, iniziò qui a dipingere e continuò a sentire il fascino dei paesaggi italiani, da Firenze, a Pisa, Trieste, Roma, Venezia: ben otto viaggi in Italia, molti dei quali compiuti con il fratello, con cui aveva compiuto il suo primo “viaggio di studio” . E fu anche l’Italia ad accogliere un gran numero di sue esposizioni, a cominciare da Venezia con la Biennale. Poi nel lo vediamo esporre presso la sala austriaca e nel 1910 in una sala allestita dall’architetto Eduard Josef Wimmer-Wisgrill come una sorta di “scatola bianca”.
Ma eccolo a Roma, per la mostra internazionale del 1911 per i 50 anni dell’Unità d’Italia dove è presente come protagonista del padiglione austriaco ed ottiene anche la medaglia d’oro. In quella occasione la Galleria Nazionale d’Arte Moderna acquisterà “Le tre età della donna”. Ma vediamo ancora in mostra (nel “tempietto” o “abside”, cosiddetto per la sua forma circolare) il famosissimo “ bacio”, oltre ai ritratti della signora Wittgenstein, di Emilie Flöge, “La Morte”, “La Vita”, “Bisce d’acqua I”. Di grande interesse è la sezione dedicata al “Fregio di Beethoven”, ricostruito in mostra. Si tratta di un omaggio al grande compositore, visibile da aprile a giugno 1902, realizzato da venti artisti della Secessione viennese che idearono fregi e rilievi murali. E’ l’interpretazione visiva della Nona, rimosso dal muro e andato in mano di committenti privati, negli anni Settanta venne comprato dall’Austria e dopo lunghi restauri è possibile ammirarlo dal vero nei sotterranei del Palazzo della Secessione a Vienna.
Ma ecco, di grande suggestione, al centro, una scultura di Beethoven scolpita in marmo colorato da Max Klinger, mentre la scena e gli interni erano stati ideati da Josef Hofmann e su tre pareti per un’altezza di circa due metri si snoda il fregio ideato da Gustav Klimt. Una esposizione di visitare con grande attenzione, notando anche come vengano presentati non soltanto molti aspetti anche in modo innovativo dell’arte di Klimt, ma altresì la creatività del tempo e le espressioni storico-culturali più salienti della società in cui l’artista visse e operò, mettendo a fuoco quel particolare interesse storico e documentario che abbraccia una società intera nelle sue più varie articolazioni ed espressioni culturali.