Testo di Teresa Carrubba
“l’Indonesia merita di essere visitata in ogni sua parte e gli Italiani dovrebbero essere stimolati ancora di più ad andarvi specificando che Bali non è l’unica attrattiva“ ha dichiarato il nuovo Ambasciatore S.E. August Parengkuan alla stampa romana in un incontro presso l’Ambasciata Indonesiana a Roma. Ricche di bellezze naturali, (oltre metà del territorio è coperto da foreste equatoriali come quella del Borneo), e con un’incredibile varietà di attrattive, le isole indonesiane per secoli sono state crocevia per il commercio con i cinesi e gli indiani e base dei colonizzatori europei. Oggi sono meta di amanti della natura selvaggia, della ricerca antropologica e della bellezza esotica. Dall’alto, Sumatra mostra le vette dei suggestivi numerosissimi vulcani che si elevano sull’isola, il Sembilang National Park con i suoi 45.000 ettari quadrati di riserva, paradiso di varie specie di uccelli e il lago Toba, il più grande del Sud-Est asiatico e il più profondo al mondo, 450 metri. E, al centro del Lago, l’isola di Samosir con i molti villaggi tradizionali. Poi Java, l’isola in cui tedeschi e inglesi misero piede per primi arrivando in Indonesia. È l’isola più popolata e la 13a isola più grande al mondo. Java è l’isola più importante dal punto di vista amministrativo in quanto ad essa appartiene la capitale dell’Indonesia, Jakarta, la città più grande dell’arcipelago, con oltre 10 milioni di abitanti. E anche dal punto di vista religioso perché è qui il maggior tempio buddista, Borobudur, considerato una delle sette meraviglie del mondo. Da Sumatra a Papua, l’Indonesia si estende per 5.150 km dall’Australia al continente asiatico e divide l’Oceano Pacifico da quello Indiano attraversando l’Equatore con 17.508 isole, di cui circa 6.000 abitate. L’Indonesia è il quarto paese più popoloso al mondo, con 235 milioni di persone appartenenti a ben 491 gruppi etnici con grandi diversità di culture e tradizioni e 750 lingue indigene anche se esiste un idioma ufficiale, il bahasa indonesia.
Ma l’Indonesia è anche un paese che vive un progresso veloce, come è stato illustrato dall’Ambasciatore: “L’Indonesia, che nel 2012 ha avuto una crescita economica del 6,3%, nel 2030 sarà la sesta realtà economica più grande del mondo dopo Cina, US, India, Brasile e Giappone. Questo sarà possibile grazie alla stabilità politica ed economica, alla lotta contro la corruzione, alla crescente partecipazione delle donne nel mondo politico e lavorativo, alla crescita della classe media, al basso costo del lavoro e alle ingenti risorse energetiche e naturali”. Quanto alla cooperazione politica, l’Indonesia è tra i primi 20 paesi che hanno partecipato alle operazioni di pace delle Nazioni Unite. Inoltre, essendo il più grande mercato del Sud-Est asiatico, vanta esportazioni commerciali di rilievo. in Italia esporta tessili, elettronica, gomma, olio di palma, carbone, caffè, carta, legno e pasta chimica di legno. L’Indonesia e l’Italia dovrebbero tradurre la loro amicizia in una sempre più ampia e concreta cooperazione economica, commerciale e di investimenti
E proprio incoraggiando gli investimenti, valorizzando le risorse umane e le conoscenze scientifiche e tecnologiche, l’Indonesia continuerà il suo percorso come una stabile democrazia multietnica, verso un’economia competitiva e avanzata. Dopo la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici a Bali nel 2007, il Paese ha assunto l’impegno di ridurre le emissioni globali pur conseguendo un notevole avanzamento tecnologico nell’industria aerospaziale, marittima ed automobilistica. L’Indonesia è l’unico membro del G-20 del sudest asiatico.