il quartiere di Napoli celebra le arti e si propone come nuovo polo cinematografico
(12, 13, 14 maggio 2017)
Di Mariella Morosi
Il Vomero, il quartiere collinare che domina la città di Napoli, si trasformerà per tre giorni, dal 12 al 14 maggio con il “Vomero Fest”in un grande palcoscenico in cui verrà celebrato il cinema, ma anche tutte le arti, dalla pittura alla fotografia, dalla storia dei luoghi alla letteratura fino alla moda e alla street art. Proprio al Vomero infatti, nei primi anni del Novecento, nacquero alcune tra le prime case di produzione cinematografica italiana.L’obiettivo di riproporne la specificità si realizzerà l’anno prossimo con un il “Vomero International Film Fest 2018”. Sarà infatti riproposta la cinematografia, in forma nuova, competitiva, sperimentale e gratificante per quanti lo amano e ci lavorano, facendo del quartiere una meta del cinema internazionale. Intanto, come una prova generale, a maggio si svolgeranno in tanti luoghi iniziative culturali: a Castel Sant’Elmo, alla Certosa di San Martino, nella Villa Floridiana, al Museo Duca di Martino e in cinema, teatri, chiese, parchi, piazze e strade della Municipalità 5 Arenella/ Vomero.
Numerosi anche gli appuntamenti previsti nei musei, nei giardini, lungo le scalinate e le strade di questo luogo dal passato storico e aggregato alla città soltanto alla fine dell’Ottocento a seguito dell’urbanizzazione delle varie località limitrofe al nucleo storico napoletano. Quando il Vomero iniziò lentamente a saldarsi territorialmente con la città inevitabilmente si trovò a condividere i problemi di una storia difficile.Gli abitanti del Vomero (O Vommero, in napoletano) si definiscono orgogliosamente vomeresi .”Vado a Napoli”, “Scendo a Napoli” erano le loro frasi dei per indicare il tragitto verso il centro. Il quartiere conserva ancora oggi una certa identità culturale e sono molte le iniziative che la valorizzano, dall’istituzione di caffè letterari ai concorsi fotografici fino agli approfondimenti e pubblicazioni su vari temi. Questo Vomero Fest, alla sua prima edizione, è ideato da Sergio Sivori, che ne è anche direttore artistico con la SerMar Events. Rientra nell’ambito delle manifestazioni dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli per il Maggio dei Monumenti, approvato dal Consiglio Comunale della V municipalità Vomero/ Arenella, ma è soprattutto un’anticipazione del futuro progetto-cinema che partirà in grande l’anno prossimo. Il momento clou sarà sabato 13 maggio, con l’inaugurazione della Via delle Stelle (all’incrocio tra via Scarlatti e via Luca Giordano) primo momento del progetto più ampio “Vomero International Film Fest”, con la posa della “Stella” dedicata ad Antonio de Curtis in arte Totò. L’opera, su disegno di Sergio Sivori, realizzata in pietra lavica e bronzo, ripropone il perimetro a forma di stella di Castel Sant’Elmo. Sarà questa prima stella lo start di un importante percorso urbano, preceduto da una cerimonia pubblica. Madrina dell’evento sarà l’attrice napoletana Nunzia Schiano .Tra gli appuntamenti della tre giorni di maggio anche momenti spettacolari, come la partecipazione dei Falcons di Barcellona con un coinvolgente spettacolo di acrobazia urbana a Via Scarlatti o la Sfilata di Moda in costumi storici e accessori di design artigianale, sulle scale mobili della metro Vanvitelli.
Il Vomero è il cuore commerciale e residenziale di Napoli, con una popolazione globale equivalente a quella di una cittadina di medie dimensioni. Il forte sviluppo del quartiere si è avuto negli anni ’50/’60 del secolo scorso, e purtroppo in molti casi si è trattato di urbanizzazione selvaggia, senza vincoli o controlli. Tuttavia, in numerose strade e zone del Vomero rimangono ancora gli edifici più antichi: si possono ancora ammirare caratteristici esempi liberty di inizio ‘900 e alcune ville di pregio. Fino alla fine del 1800, quest’area era quasi totalmente agreste, con vigneti, orti e qualche villa nobiliare. Unici nuclei abitati erano i piccoli villaggi di Antignano e del Vomero Vecchio, difficilmente accessibili da Napoli, collegati da salite anguste ancora oggi percorribili: la Pedamentina, la salita del Petraio, l’Infrascata, i Cacciottoli e Calata San Francesco. Fino a quella data, ma ancora per diversi decenni dopo, la vita e quindi la storia della collina vomerese e quella della città di Napoli si sono evolute separatamente. Il termine Vomero si deve probabilmente alla natura agricola della zona e farebbe riferimento al vomere dell’aratro, la parte destinata ad incidere il terreno con un solco profondo.