APRE AL PUBBLICO IL CARAPACE, LA CANTINA DELLA TENUTA CASTELBUONO FIRMATA DA ARNALDO POMODORO PER LA FAMIGLIA LUNELLI 30 ETTARI TRA BEVAGNA E MONTEFALCO PER LA PRODUZIONE DI SAGRANTINO
Testo e foto di Mariella Morosi
Il Carapace
Il Carapace, la cantina realizzata dallo scultore Arnaldo Pomodoro per la Tenuta Castelbuono della famiglia Lunelli, con la sua cupola di rame spicca tra il verde della dolce campagna umbra, alle porte di Bevagna. Accanto, a indicarne il luogo a grande distanza,c’è un dardo rosso fuoco, conficcato nel terreno. Prigioniera del suo guscio, immobile, la tartaruga custodisce preziose barriques di Sagrantino di Montefalco. Condivide la longevità con quel nobile vino rosso, immortalato nella sua coppa di vetro da Benozzo Gozzoli nella Chiesa di San Francesco a Montefalco. Arnaldo Pomodoro ha accettato una sfida quasi impossibile: superare il confine tra scultura e architettura, impegnandosi in un’esperienza completamente nuova. Non si trattava di realizzare un’opera d’arte fine a se stessa,completa nella sua essenza artistica,ma una struttura funzionale alla lavorazione e alla conservazione del vino, una cantina tecnicamente perfetta e adeguata alle esigenze della moderna vinificazione.Tutto era nato quasi per gioco, più di cinque anni fa, durante un incontro con un amico di lunga data, Gino Lunelli, delle Cantine Ferrari. Le inevitabili difficoltà pratiche hanno rafforzato la volontà di vincere la sfida.
L’interno del locale
Oggi la cantina Castelbuono è una realtà, costruita con materiali mai usati prima in edilizia, tra difficoltà burocratiche e tecniche, tra accese ma costruttive discussioni tra l’ideatore e i suoi collaboratori. Alla presentazione dell’opera tutti erano emozionati, l’artista e e i giovani rappresentanti della nuova generazione della famiglia Lunelli: Camilla,Marcello e Alessandro. Il Carapace, secondo le intenzioni dell’artista, è il dorso di un enorme animale preistorico, come una tartaruga, che esce dalla terra come i tanti reperti etruschi che ancora emergono. Una scala elicoidale pavimentata in porfido rosso, conduce al suo “ventre” dove sono allineate le barriques di Sagrantino.L’ambiente è suggestivo,anche per la luce soffusa sui toni del celeste che piove dall’alto. Sembra scaturire dalla materia e fa pensare al cielo, che incredibilmente si rivela scendendo piuttosto che salendo. La suggestione è moltiplicata da un corpo rotondo da cui si snoda il cerchio. Una porta magica conduce allo ziggurat, una struttura templare caratteristica delle religioni dell’area mesopotamica. «In questo suggestivo paesaggio umbro che ricorda quelli raffigurati dagli artisti del Rinascimento -ha detto Pomodoro- il mio intervento doveva integrarsi con l’ambiente, senza avere la fallace ambizione di mimetizzarsi”.
E infatti la suggestione del luogo non distoglie l’attenzione dalla sua funzionalità.«Questa è una scultura in cui si lavora in maniera scientifica – ha detto Marcello Lunelli, responsabile della Cantina Castelbuono- ed è stato realizzato magicamente un matrimonio perfetto tra l’aspetto aziendale e quello artistico. Non ci condiziona e non limita il nostro principale obiettivo che è quello della produzione di vino, che è ciò che sappiamo e vogliamo fare”. Arnaldo Pomodoro ha voluto citare la frase di Leonardo da Vinci che sembra pensata apposta per questo territorio e per il Sagrantino: «Et però credo che molta felicità sia agli homini che nascono dove si trovano i vini buoni». Non ha nascosto la commozione ringraziando i suoi collaboratori e tutte le maestranze. “Ognuno di loro-ha detto- si è impegnato al massimo con la propria professionalità e sensibilità, come in una vera bottega rinascimentale”. Sulla complessa edificazione del Carapace è stato realizzato un volume illustrato a cura di Aldo Colonetti. C’è tutto: dal sogno di Gino Lunelli “di far realizzare ad Arnaldo uno scrigno per il vino, una cantina che fosse scultura e architettura insieme” ,ai problemi posti dal limite di altezza (massimo otto metri), dalla difficoltà di creare materiali adatti a sostenere il guscio fino all’illuminazione degli interni.Tutto fatto a mano,pazientemente fino a regalare al territorio il Carapace,questa creatura stabile e longeva nata per unire la terra al cielo, come nelle intenzioni di Pomodoro. Dopo oltre 100 anni di lavoro in Trentino con le Cantine Ferrari la famiglia Lunelli ha spinto i suoi orizzonti produttivi fino in Toscana con la Tenuta Podernovo di Terricciola, presso Pisa, e dal 2003 in Umbria, acquistando 30 ettari vitati a Sagrantino tra Bevagna e Montefalco. I vigneti sono tutti in conversione al biologico. Da oggi (domenica 17 giugno) la Cantina è aperta al pubblico (chiusura lunedì).
Degustazioni su pretonazione: 0742 361670 info@tenutacastelbuono.it
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