Una mostra a Roma al Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano.
di Luisa Chiumenti
(fino al 15 marzo 2016)
Curata dal Centro di Studi per la Storia dell’Architettura la mostra” Gustavo Giovannoni fra storia e progetto” , realizzata in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il il Museo Nazionale di Roma e l’Area Archeologica di Roma, per l’allestimento dell’architetto Massimo Zammerini, con il contributo del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo-Soprintendenza Archivistica del Lazio, espone materiali (oggetto di un accurato restauro), selezionati con cura nell’ambito di una campagna per la tutela e la valorizzazione del patrimonio del Centro di Studi per la Storia dell’Architettura. Articolata in diverse sezioni: “La storia e l’architettura”, “Architettura, città e paesaggio,” “La scienza del monumenti”, Giovannoni e le istituzioni, affidate ciascuna a studiosi e specialisti della materia, la mostra illustra ampiamente, attraverso disegni originali, schizzi e progetti, i diversi aspetti con cui Giovannoni, “l’ingegnere umanista”, ha dedicato a Roma la sua fervida ed appassionata attività di storico e progettista. Studioso, teorico e progettista: questo il variegato impegno di Giovannoni, che viene testimoniato dai numerosi disegni, schizzi e fotografie, che l’architetto produsse nell’arco degli anni compresi fra il 1895 e il 1947 (anno della sua morte), dando l’avvio a quel grande afflato di cultura europea, in cui l’Italia aveva già affermato un suo ruolo fondamentale nell’ambito del dibattito internazionale che si stava svolgendo fra storia e progetto a scala architettonica e urbana, restauro e tutela ambientale.
Si tratta in effetti di una corposa selezione ragionata del ricchissimo archivio conservato presso la Casa del Crescenzi, sede del Centro Studi per la Storia dell’Architettura che lo stesso Giovannoni aveva fondato nel 1939. La personalità di Gustavo Giovannoni si staglia in effetti, come più volte è stato sottolineato, nella storia architettonica di qui decenni, come “figura centrale per l’architettura e l’urbanistica italiana della prima metà del ‘900, creando un equilibrato collegamento fra la ricerca teorica ed accademica, la creazione dei piani urbanistici, la stesura e realizzazione di progetti architettonici articolati, la cura per il restauro esteso dai monumenti alla città antica nel suo complesso, l’attenzione all’ ambiente naturale nel suo rapporto con la città. Fra le quattro le sezioni in cui si articola la mostra, vorremmo segnalare in particolare la quarta (curata da Marina Docci e marina Magnani Cianetti) perché fa luce sul rapporto (piuttosto innovativo per l’epoca), che Giovannoni ebbe con le istituzioni. A cominciare dalla sua stessa formazione, la sua brillante carriera e i diplomi accademici, egli si è impegnato fortemente nei riguardi della riforma dell’insegnamento dell’architettura in Italia, dando impulso fra l’altro alla istituzione, nel 1919, della Regia Scuola Superiore di Architettura di Roma e alla creazione di riviste in grado di divulgare la conoscenza dell’architettura, come “Architettura e Arti decorative” e “Palladio”.
Le altre tre sezioni, assai ricche di preziosi materiali grafici, presentano rispettivamente le seguenti tematiche: “Giovannoni e la storia dell’architettura”, “Architetture, città, paesaggio” e “La scienza e i monumenti”. Numerosi si contano gli interventi progettuali di Giovannoni in tutta Italia, ma ricordiamo qui alcuni fra i più interessanti interventi su Roma quali: i quartieri di Piazza d’Armi, Flamino e e Ostia Marittima (1914-1916), la sistemazione del Foro Boario-Velabro (1914-1926); La Città Giardino Aniene e la Garbatella (1920) . Un’altra innovazione introdotta da Giovannoni nella cultura urbanistica italiana riguarda la tutela del paesaggio, estendendo ulteriormente il concetto di conservazione applicato sino allora ai monumenti e a parti di città. Fin dal 1920 anche l’ambiente naturale è indicato come possibile oggetto di vincolo, la cui tutela sarà regolata dalla legge del 1922 e negli anni trenta inserita nelle direttive più generali dell’assetto territoriale, prefigurando un “vero e proprio piano regolatore paesistico che disciplini la conservazione e la mutazione” (proposte che sarebbero confluite, nel 1939, nella legge sulla protezione delle bellezze naturali, redatta da una commissione da lui stesso presieduta. Accademico d’Italia dal 1934 e membro di commissioni (come quella ministeriale per la legge urbanistica, con Alberto Calza Bini e Virgilio Testa, voluta da Araldo di Crollalanza tra la fine degli anni venti e l’inizio dei trenta, e quella per l’elaborazione del Piano regolatore di Roma del 1931, Giovannoni promosse con grande energia la tutela del patrimonio architettonico, “stabilendo un preciso rapporto metodologico fra rilevamento grafico, analisi storica e restauro”.
Per informazioni:
www.archeoroma.beniculturali.it
Gustavo Giovannoni fra storia e progetto
Una mostra a Roma al Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano.
Viale Enrico de Nicola, 78
(fino al 15 marzo 2016)