una grande mostra articolata fra Cerveteri, Museo Nazionale Archeologico Cerite e Necropoli della Banditaccia e Tarquinia, Museo Archeologico Nazionale e Necropoli dei Monterozzi
(fino al 31 ottobre 2019)
di Luisa Chiumenti
Curata da Andrea Cardarelli e Alessandro Naso l’esposizione rilegge le prestigiose raccolte già esistenti nei due musei, anche grazie ai confronti offerti dalla presenza di importanti prestiti come alcuni capolavori ceramici conservati a Roma, al Museo Nazionale. Promossa e organizzata dal Polo Museale del Lazio diretto da Edith Gabrielli, la mostra è stata inserita nell’ambito di Artcity Estate 2019 e si avvale di un prestigioso comitato scientifico e di un bel Catalogo, edito da arte’m. Sono attualmente conservati presso il Museo Gregoriano Etrusco dei Vaticani nella sala dedicata per intero alla Tomba Regolini Galassi, derivante il nome da quelli del generale Vincenzo Galassi e dell’arciprete Alessandro Regolini che la scoprirono. Dal Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia viene la splendida “Hydria Ricci”, rinvenuta alla Banditaccia, il vaso che conteneva l’acqua che andava miscelata al vino nel cratere. Uno dei capolavori assoluti della produzione ceretana che rimanda alla pratica del simposio, a Dioniso e alla coltivazione della vite come opera di civilizzazione.
E’ un prestito del Museo Diocesano “Carlo Chenis” di Tarquinia il busto reliquiario di San Teofanio con lo stemma di Bartolomeo Vitelleschi, mentre dal Convento di San Francesco viene il busto reliquiario di S. Agapito. E se attualmente i musei e le necropoli di Cerveteri e Tarquinia fanno parte del Polo Museale del Lazio, diretto da Edith Gabrielli, la grandissima ricchezza dei reperti ha fatto sì che l’UNESCO abbia inserito 15 anni fa, nel 2004, le necropoli di Tarquinia e di Cerveteri nella lista del patrimonio culturale dell’umanità. La mostra in effetti è stata ideata con l’intento di rendere più fruibili i due musei, usufruendo di metodi scientifici forse più adatti alle istanze delle nuove generazioni di visitatori, in relazione ad esempio a certe tematiche più specifiche, quali la metallurgia o la produzione tessile.
Tra gli oggetti più antichi (età villanoviana X-IX sec. a.C.) ecco esposti: una spada ad antenne, un elmo crestato, una punta di lancia, un tripode, una fibula con filo d’oro provenienti dalla necropoli delle Arcatelle: tutti bronzi tipici del ceto emergente che si autorappresenta con oggetti di lusso. Di 50 anni più tarda ecco invece una tomba aristocratica femminile con un’urna cineraria in lamina bronzea sottilissima, un cinturone e una collana in bronzo, fuseruole e rocchetti per il filo e molte fibulae, tra cui una in oro lavorata con la tecnica antichissima della granulazione. E se già nel VII secolo a.C. troviamo la raffigurazione di palme, come pure di “cavalli allungati”, tra i numerosi manufatti ceramici più antichi sono da segnalare motivi geometrici. Ed ecco le belle anfore etrusco-corinzie e le ceramiche attiche a figure rosse e a figure nere.
E si nota una “firma” ben nota agli studiosi: quella del ceramista attico Euphronios, che raffigura sul lato A il trasporto del corpo di Sarpedonte (il principe licio morto a Troia) nella sua patria ad opera di Thanatos (la Morte) e di Hypnos (il Sonno), alla presenza di Hermes: un episodio mitico indubbiamente reso con grande pathos; sul lato B sono invece dipinti dei giovani in partenza per la guerra, e quindi in atto di armarsi. E ancora di Eufronio notiamo una coppa con miti relativi all’Iliade e un’iscrizione etrusca sotto il piede, aggiunta in Etruria nel momento in cui la coppa venne dedicata in un santuario ad Ercole.
Per informazioni:
Museo Nazionale Archeologico Cerite Piazza Santa Maria Cerveteri tel 06-69941354 – Necropoli della Banditaccia –
Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia Piazza Cavour 1 tel.0766- 856036 – Necropoli di Monterozzi .