una mostra alla Galleria Russo
Via Alibert, 20 Roma (fino al 13 dicembre 2018)
di Luisa Chiumenti
La mostra “Disegno italiano del Novecento” allestita alla Galleria Russo di Roma, per la cura di Fabio Benzi, mette molto bene in evidenza come il disegno in effetti sia la matrice primaria di ogni opera d’arte. Come asseriva Vasari nelle “Vite” e come ricorda Benzi nel suo saggio in Catalogo, “Il disegno contiene in sé la priorità dell’idea, la paternità delle stesse arti” e “Disegno” è per Vasari non solo ripresa dal vero, ma il giudizio sulle cose: perché disegnando si sceverano le proporzioni che reggono il mondo”. E se in tutte le arti non è possibile esprimere la propria creatività se non si comincia ad esprimersi attraverso un segno grafico, questo è particolarmente evidente, a mio avviso, nella architettura e nella pittura.
E l’Italia, si può dire sia stata la culla del disegno con le sue numerose accademie, che ne facevano appunto la base di ogni creazione visiva, che così risulta immanente in ogni ideazione grafica. In tal senso è giusto notare come ogni artista abbia del disegno una propria, personale esperienza che viene poi messa in luce nelle sue opere. In mostra quindi viene esposta una successione di fogli in un percorso cronologico, che procede dall’inizio del secolo con un bellissimo ritratto di Boccioni (1916), per proseguire con Balla nei suoi studi sul colore.
Di grande suggestione sono poi le strutture di Sironi, che rifletteranno le sue articolate composizioni, sempre scaturite da un profondo racconto, quasi da una “filosofia”, un pensiero ben preciso e “pensato”. Ed ecco espressa nei suoi disegni la fervida fantasia alla base della poliedrica attività di un artista come Cambellotti. Altre composizioni grafiche ci portano alle suggestive realizzazioni dell’aeropittura con Dottori e, a seguire ecco le prove di Casorati, Carrà, Severini, Morandi e Rosai. Sono presenti in mostra tre “carte” di Modigliani per giungere poi alla esperienza nel disegno della “Scuola Romana” con Scipione e Mafai. Si completa la rassegna, attraverso Pirandello, Afro, Licini, Capogrossi e Guttuso, fino alle prove contemporanee di Schifano, Cucchi, Dorazio e Paladino. L’esposizione è accompagnata da un Catalogo, curato da Fabio Benzi e pubblicato da Manfredi Edizioni.