Un viaggio a Firenze attraverso un paesaggio del tutto nuovo.
di Luisa Chiumenti
Un nuovo percorso, ma con un ripristino di un itinerario storico, si offre oggi al turista che ami “riscoprire” Firenze. E’ infatti una vera e propria “conquista” quella offerta dallo spettacolo che premia chi riesce a percorrere i numerosi, alti gradini (più di 100!) posti all’interno della Torre San Niccolò per vedere, sotto la guida accurata e appassionata degli architetti Giuseppe di Grazia e Gaetano Muccini, da un lato una Firenze a 360 gradi e dall’altro, ripristinate da un restauro eccellente, le famose “Rampe del Poggi”. Una grande festa, finanziata da Fondazione Cassa di Risparmio Firenze, è stata realizzata, per tale restauro, alla presenza del sindaco di Firenze Dario Nardella e del Presidente della Fondazione CR Firenze Umberto Tombari, con un grande spettacolo di luci e di suoni e con la danza aerea di Elisa Barrucchieri.
Le migliaia di persone che hanno assistito all’evento e che hanno occupato tutta la collina, sono rimaste letteralmente rapite dal volo notturno della ballerina nel cielo sopra le Rampe del Poggi, in una danza aera dell’artista, appesa a 300 palloncini bianchi. La regia dell’evento è stata affidata a Roberto Malfatto, il regista degli spettacoli, tra gli altri, di Madonna, degli U2, di Jovanotti e della cerimonia di apertura di Matera capitale mondiale della cultura 2019. Egli ha unito musica e suoni riuscendo anche a “raccontare” in maniera efficacissima la storia di questa parte di Firenze e dell’architetto Giuseppe Poggi. Si tratta infatti dello splendido complesso di grotte, vasche e fontane progettato dall’architetto Giuseppe Poggi nell’ambito di una vasta operazione di “ammodernamento urbano” di Firenze. Poggi che ha saputo dare un nuovo volto alla città, trasformandola da città medievale a “città moderna”, sulla scorta dei suoi studi seguiti ai viaggi alle città ormai “moderne” di Parigi e Londra, pur sulla scorta della sua formazione rinascimentale, ha creato in particolare, nel quartiere San Niccolò, l’unione tra la collina di San Miniato e il fiume.
Ha realizzato questo complesso tra il 1872 (l’anno successivo al trasferimento della Capitale da Firenze a Roma) e il 1876, articolandolo su tre livelli o ripiani: le Grotte, situate nei primi due ripiani delle Rampe, una sul primo e cinque sul secondo, queste ultime costituite da nicchie scavate nei due muraglioni a retta e realizzate con una struttura in muratura rivestita da intonaco lavorato e da spugne; la Grande Vasca polimaterica, situata sul terzo livello delle Rampe, composta da più bacini, realizzata con una struttura in muratura rivestita da spugne, pietrame e mosaico; le Scogliere e le Piccole Grotte, posizionate lungo i percorsi, realizzate con blocchi di pietra provenienti dalle cave di Monte Ripaldi, come i ‘massi erranti’ disseminati in quei luoghi dove i percorsi si allargano.
Caduto in rovina da molti decenni, il complesso è stato ora restaurato (totalmente finanziato anche per la futura manutenzione dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze) a cura del Servizio Belle Arti e Fabbrica di Palazzo Vecchio del Comune di Firenze, coadiuvato dalla Direzione Ambiente e dai tecnici dello Studio Hydea, incaricati dalla Fondazione. I lavori sono stati eseguiti dalla Impresa Bartoli sotto la tutela della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e per le provincie di Pistoia e Prato.