L’arte “antica” di Patek Philippe ospite a Firenze grazie alla complice sinergia della gioielleria Fratelli Piccini.
Testo di Giuseppe Garbarino
Ci sono momenti in cui l’uomo va oltre la semplice conoscenza; tutto quello che delinea il raggiungimento di un obbiettivo può essere, in modo minimale, rappresentato da un oggetto, un abito, una frase, una fotografia destinata ad ingiallire con il passare del tempo, un ricordo che inevitabilmente diventa sempre più sfuocato e lontano. La vita è quindi fatta di traguardi e inevitabilmente di soddisfazioni che per molti sono l’affermazione di un storia ed una filosofia di vita, di lavoro e di famiglia. Ecco che le quattro generazioni dei Fratelli Piccini rappresentano l’obbiettivo principe e la profonda espressione di quello che è il gioiello e il suo significato nell’ornamento del corpo. Firenze è il contorno dell’attività di questa gioielleria, anzi di una “bottega del gioiello”, intesa non come cosa da poco conto, ma altresì come brillante storia di successo.
Firenze è da sempre patria inimitabile di botteghe e bottegai, come lo era nel Mercato Vecchio, secoli fa, quella masnada della genia dei Medici, bottegai, banchieri e per concessione del tempo e dell’imperatore, principi. La storia ha fatto il suo corso e oggi per la Fratelli Piccini si misurano 110 anni di successi, da quel riconoscimento alla Biennale di Venezia nel 1936, fino all’omaggio che nel 2003 la gioielleria del Ponte Vecchio ha voluto fare alla sua città con il restauro del dipinto La Carità di Piero del Pollaiolo. Innovarsi è oggi la parola d’ordine, ma questo non vuole assolutamente dire che l’identità dell’artigianato orafo dei Fratelli Piccini cambi o si adegui a tempi difficili dimenticando i risultati ottenuti nel passato. Oggi la parola d’ordine è il mantenimento del sempre impeccabile servizio al cliente. Sembra che questo sia sempre apprezzato, anche con le nuove linee che affiancano Piccini One, la serie di creazioni uniche, irripetibili e certificate alle quali si affiancano Firenze 225, un esplosione di fresca eleganza e design e la linea Boutique, l’ultima e la più sbarazzina, quasi irriverente e adatta ad una clientela giovanile e attenta alla moda, anzi pronta a dettare la moda e lo stile verso gli altri. Forse è l’aria fresca fatta persona in Lisa Tozzi Piccini, ora alla direzione della Fratelli Piccini, sempre attenta a quello che accade negli angoli più glamour del mondo e che non dimentica di abbinare sapientemente il proprio marchio ad aziende come Patek Philippe, con cui condivide un percorso di grandi soddisfazioni dalla fine degli anni ‘70. E’ su questa lunghezza d’onda che Firenze ospiterà uno degli eventi stagionali più esclusivi; il Museo di Palazzo Vecchio aprirà le sue porte il 21 e 22 giugno per ospitare la collezione 2013 di Patek Philippe, il marchio ginevrino che esiste dal 1850, da sempre sinonimo di eleganza e raffinatezza.
Quasi fosse una mostra d’arte contemporanea, ottanta segnatempo scandiranno secondi, minuti ed ore sotto lo sguardo incuriosito del seicentesco orologio costruito dal tedesco Giorgio Lederle per la Torre d’Arnolfo, la torre di Palazzo Vecchio. Sarà possibile incontrare i Calatrava, gli Ellisse e i Nautilus, esposti per due giorni nella bella Sala dei Gigli, affrescata da Domenico del Ghirlandaio, dove alcuni pezzi arrivano direttamente dal Salone di Basilea, appuntamento mondiale dell’Orologeria e della Gioielleria. Ma non solo: un tecnico orologiaio di Patek Philippe sarà presente durante i due giorni per svelare i segreti dei preziosi movimenti di manifattura e siamo certi che non mancheranno gli appassionati ad accorrere per non perdere l’occasione.
Ad Elisa Tozzi Piccini rubiamo alcune parole:
“Come spesso accade per le cose veramente belle e preziose, si è tutto concretizzato in un attimo. Il tempo di avere l’idea e di comunicarla. A renderla realtà ci hanno pensato il meraviglioso staff di Patek Philippe, il Sindaco Matteo Renzi e l’amministrazione cittadina tutta. Per me, per noi di Fratelli Piccini, è un punto d’orgoglio che ci emoziona. Mi vengono in mente mio nonno Pirro, mio zio Armando, il legame stretto e indissolubile con Firenze a cui tanto abbiamo dato e da cui tanto abbiamo ricevuto.” Ecco che assistiamo ad un vero evento per Patek Philippe e per la città di Firenze. Appendice della mostra un cocktail dinner che si terrà sulla terrazza di Saturno di Palazzo Vecchio, che come sanno i ben informati è luogo unico ed inimitabile, un gioiello nascosto della nostra città. Sarà un caso, ma tra i pannelli dipinti che ornano il soffitto le “Allegorie delle ore del giorno”.