No regrets – Spherecode
Due artisti a confronto. Le similitudini e le differenze artistiche
di SphereCode e Sità alla Coronari 111 Art Gallery di Roma
Testo di Elena Mandolini
Foto oppure quadri? Quello che si prova non appena si entra nella Coronari 111 Art Gallery è un senso di smarrimento. Dipinti che sembrano scatti e fotografie che ricordano pitture. Incontrando i due artisti SphereCode (nome d’arte n.d.r.) e Gianluca Sità che hanno ideato questa mostra è evidente quanto si siano divertiti a giocare con le loro forme d’arte, creando opere che prendessero spunto l’uno dal lavoro dell’altro. Non a caso questo piccolo incontro artistico si chiama Contaminazioni. SphereCode è un fotografo che immortala volti e pose dei suoi modelli, esaltandone i colori attraverso l’uso di filtri in nero. Queste foto possono creare un racconto, come Love and emotion nel quale vengono rappresentate le incomprensioni e i silenzi in una coppia, oppure suggestioni come Flames, dove la protagonista non è tanto una ragazza, quanto la sua folta e selvaggia capigliatura rossa. Di fronte alle foto di SphereCode si trovano i dipinti di Sità.
In waiting – Spherecode
Sensuali, trasgressivi e al contempo essenziali nelle forme e con un forte uso di colori freddi, i suoi quadri catturano fin dal primo sguardo, soprattutto con Lussuria, mistico incontro di corpi femminili e maschili e Le parole del silenzio, che rappresenta un semplice e ameno focolare grigiastro in cui spiccano pochi petali di una rosa rosso sangue. “La nostra collaborazione” – racconta SphereCode – “nasce tempo fa, quando abbiamo partecipato a una collettiva. Le nostre opere si sono parlate e fra di loro creano un’ottima sinergia”. Per meglio sottolineare il loro sodalizio, che è anche fatto da stima e amicizia, il pittore Sità conclude il pensiero dell’amico: “Di certo non possiamo escludere altre collaborazioni in futuro”. Il romano SphereCode nasce in realtà come biologo che, nel suo tempo libero, ha cominciato a dedicarsi alla fotografia come hobby: “Nel corso del tempo, ho capito che era una vera e propria passione da coltivare. Mi occupo di fotografia naturalista, surrealista, pop e ritrattistica creativa”.
Davide e Golia – Spherecode
Un lavoro e una passione difficile da portare avanti contemporaneamente, ma che riesce a seguire con praticità: fotografando la sera e lavorando di notte. L’aspetto che più ama della fotografia è lavorare con i colori: “Generalmente utilizzo un filtro in patina nera e poi tiro fuori solo le luci e colori che desidero emergano.” Diverso è il percorso di Sità che ha studiato all’Accademia delle Belle Arti di Roma ed è stato allievo di Antonio D’Achille prima e Giuseppe Modica poi. Nei suoi quadri spicca il contrasto tra la sensualità del messaggio e l’uso dei colori freddi: “Credo che l’erotismo sia un qualcosa di cristallizzato e che si possa tirare fuori attraverso i colori freddi, che raffinano il tutto e lo rendono meno usuale del solito. Inoltre ho sempre amato giocare con i colori, attitudine che ho sempre riscontrato nei miei lavori. Generalmente prendo spunto da ciò che leggo e che osservo nel quotidiano”.
Lussuria – Gianluca Sità
Tra le sue opere, a tratti malinconiche e caratterizzate da una certa inquietudine, l’artista ne ha una che predilige: “La zingara di Dio. Mi ha portato molta fortuna.” I due artisti, seppur simili nelle opere ma diversi nel percorso, affermano di lasciarsi ispirare da musiche differenti durante la fase creativa. “Ascolto sempre La cura di Franco Battiato e Vorrei essere tua madre di Roberto Vecchioni” – risponde Sità, mentre SphereCode: “Io preferisco il Live dei Depeche Mode”. Scelte che, se ammirerete le loro opere, vedrete quanto li influenzino.
Dal 4 al 11 gennaio.
Via dei Coronari 111, Roma
[wzslider autoplay=”true” transition=”‘slide’”]