Luca Nannipieri
Ed. SKIRA 2019
di Luisa Chiumenti
Nel volume “Capolavori rubati“, appena uscito nella collana Storie di Skira, Luca Nannipieri illustra, con molta sensibilità e dovizia di particolari, alcuni casi di furti di opere d’arte, tra i più eccezionali sia per modalità di esecuzione, che per “trame” incredibili che a volte sottendono nel mondo della malavita e della corruzione, affrontando così il delicato “tema dell’arte nel suo rapporto con la complessità del male”. Fra le tante specifiche narrazioni di eventi legati a furti incredibili, vorremmo ad esempio segnalare quanto viene narrato circa uno strano avvenimento legato al furto di un’ opera dal titolo “La Madonna dei fusi”, di incerta attribuzione a Leonardo, trafugata nell’agosto del 2003 dal castello di Drumlanring. Il furto, su commissione, venne eseguito da una banda che poi chiese quattro milioni di sterline per il suo riscatto, pena la distruzione dell’opera. Dopo ricerche approfondite, fu solo nel 2007 che l’opera venne ritrovata in uno Studio legale di Glasgow. Ed ecco come Nannipieri si interroga su quale possa essere stato il vero “motore” del furto, giungendo a supporre una motivazione assai particolare, quella che l’A. definisce il cosiddetto “consensus gentium”. Infatti tale opera, di incerta attribuzione a Leonardo venne preferita ad un’altra opera certa di Rembrandt, presente in quel castello, “perchè Leonardo ha un consenso di gente a livello planetario molto più ampio del pittore olandese”. Da qui si evince come il mercato su commissione di opere d’arte affondi le proprie radici in una miriade di motivazioni, che spesso esulano dalla grandezza dell’opera e dal suo apprezzamento artistico, ma da una semplicistica motivazione commerciale.
Anche le opere d’arte di cui è interessata l’archeologia, come ricorda l’A., sono state oggetto di furti vandalici, ma in effetti hanno un minor riscontro nell’opinione pubblica. Giornalisti di fama come Fabio Isman se ne sono spesso occupati, con servizi puntuali ed attenti su testate nazionali e libri di grande interesse, ma, stranamente, tali segnalazioni vengono presto abbandonate, dimenticate. Di grande interesse, nell’ambito della presentazione del volume, sono state alcune affermazioni segnalate dal generale Roberto Riccardi, recentemente nominato al Comando del Nucleo Tutela del patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri, che hanno sottolineato il valore non solo documentario, ma anche umano e sociale del volume di Nannipieri. “ L’arte è oggetto del desiderio e di brama, se si pensi anche solo a Napoleone, ma ancora di più a quanto esisteva nell’antichità (e in parte, solo parzialmente cancellato in tempi recenti) ossia la possibilità di avere, per i conquistatori, il “diritto di saccheggio” e ricordiamo che persino l’antica Roma fu antesignana in questo. Ed ecco che viene spontaneo invertire i termini del dire consueto “la bellezza salverà il mondo” per dire invece che deve essere “il mondo a salvare la bellezza”! E se a molta gente in generale non interessa l’Arte, c’è invece uno stuolo di persone che le dedica la propria vita, trasformando la passione in lavoro. Entrare quindi in un museo, deve voler dire per ognuno “conoscere e quindi amare e quindi voler proteggere” un grande patrimonio, perché anche i posteri ne possano poi godere. I capolavori in effetti non appartengono soltanto a chi li ha creati, ma all’umanità intera di oggi e di domani. Ricordiamo che Luca Nannipieri, critico d’arte che scrive su settimanali e quotidiani nazionali, cura la rubrica “Capolavori rubati” al “Caffè” di Rai Uno, dopo aver condotto “SOS Patrimonio artistico” sempre nella stessa e dirige Casa Nannipieri Arte, con la quale cura mostre e conferenze di arte moderna e contemporanea, da Giacomo Balla a Keith Haring.