Roma. Una grande mostra alle Scuderie del Quirinale. (fino al 4 settembre 2016)
di Luisa Chiumenti
Nell’ambito della celebrazione dei 150 anni di relazioni diplomatiche Italia – Giappone è stata allestita nelle sale della prestigiosa sede delle “Scuderie del Quirinale”, la mostra dal titolo: “Capolavori della scultura buddhista giapponese” , a cura di Takeo Oku. L’esposizione è di grande interesse anche perché, per la prima volta, un così grande numero di opere (21 grandi sculture per un totale di 35 pezzi), provenienti da diversi templi e dai maggiori musei del paese, viene presentato nella sua globalità. E’ del 25 agosto 1866 la firma del “Trattato di amicizia e di commercio” fra Italia e Giappone ed è stato nel 2014, che Shinzo Abe, primo ministro del Giappone, ha avanzato, in una riunione con il nostro presidente del consiglio Matteo Renzi, la proposta di organizzare in Italia una mostra di arte buddhista giapponese. E quale più prestigiosa sede se non quella delle ampie sale delle “Scuderie del Quirinale In Roma? Come ricorda Matteo Renzi nella sua introduzione al prezioso catalogo edito da Mondomostre, “…la prima Ambasceria Giapponese in Italia, di cui fece parte un gruppo di principi non ancora quindicenni, giunse infatti, nel 1585 a Livorno, per poi spostarsi a Firenze, Pisa e Siena.
Il viaggio continuò verso Roma con soste a Caprarola, Viterbo e Bagnaia, per poi giungere a Napoli e risalire a Ferrara, Venezia, Milano e Genova”. E nel 1615 una analoga missione fu compiuta dal samurai Hasekura Tsunenaga, figura emblematica che il pontefice avrebbe fatto poi raffigurare nel suo corteo diplomatico, negli affreschi della Sala dei Corazzieri al Quirinale. L’ esposizione delle Scuderie (fino al 4 settembre 2016), si offre al visitatore nella pienezza dei suoi profondi significati, forse non immediatamente percepibili dalla nostra sensibilità occidentale, come nota assai bene Claudio Strinati con queste parole con cui illustra la mostra in un interessante video: c’è una …”distanza enorme tra la immediata e spontanea percezione di queste opere, molte delle quali hanno l’evidente caratteristica del capolavoro, e la nostra effettiva possibilità di comprendere l’essenziale in mancanza, per la maggior parte di noi, di cognizioni storico-critiche sulla cultura giapponese, cognizioni che pure sono indispensabili”.
La mostra propone una selezione di capolavori della scultura buddhista giapponese del periodo compreso fra il VII e il XIII secolo. Ma ecco, tra le opere più affascinanti, presentarsi al visitatore quelle del periodo Nara, in legno dipinto, la statua di Vimalakirti Nirdesa, un discepolo di Sakyamuni che eccelleva nell’eloquenza e che ebbe l’ardire di “rispondere con il silenzio a chi lo interrogava” o altre due maschere del periodo Nara, in lacca secca dipinta, utilizzate durante le feste per la cerimonia di consacrazione del Grande Buddha del Todaiji. E vediamo ancora la statua in legno dipinto dell’XI secolo che raffigura, seduta su una nuvola, con la tonsura e l’abito da monaco, uno dei bodhisattva posti sulla parete superiore delle pareti del Padiglione della Fenice del Byodoin di Kyoto, che innalzavano lodi e preghiere ad Amida. Dal tempio zen di Kyoto, proviene invece , la statua , del XIII secolo , in legno dipinto, che rappresenta un monaco a mani giunte, in atteggiamento molto toccante per la tensione devozionale che riesce ad esprimere.
E invitiamo il lettore ad una visita profonda e appassionata di questa mostra molto bella e originale, per cogliere quanto esprime molto chiaramente Laura Ricca nel suo saggio in catalogo, dal titolo significativo: “ Spiritualità e bellezza nella tradizione giapponese”. Ricordiamo altresì che, nell’ambito delle stesse iniziative di celebrazioni, nel gennaio 2017 è previsto anche l’allestimento, nella sede del MAXXI, di un’altra esposizione di grande interesse, dal titolo “L’architettura residenziale del Giappone contemporaneo”.
Per informazioni:
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