Un evento che ha unito arte, letteratura e vino, simbolo di solidarietà e di amicizia, dedicato all’imperatore Adriano ha chiuso a Roma la mostra di sculture di Paola Crema Archeologia Immaginaria, allestita nel Mausoleo di Cecilia Metella, sull’Appia Antica.
In occasione della celebrazione dei quasi 2.000 anni dalla sua elezione, questo imperatore illuminato che amava l’arte e che abbiamo imparato a conoscere, più di quanto racconti la storia, nel libro di Marguerite Yourcenar “Memorie di Adriano”, è stato ricordato con le sculture dell’artista, con la raccolta delle edizioni del libro tradotto in tutte le lingue e con il “vino della solidarietà” di un vigneto strappato alla mafia in Sicilia, territorio-ponte per l’Africa delle spedizioni conquistatrici romane.
L’evento organizzato dal Centro Internazionale Antinoo per l’Arte, in collaborazione con la direzione del Parco Archeologico dell’Appia Antica, ha celebrato il successo della mostra che ha messo accanto all’arte antica e ai reperti marmorei le sculture di Paola Crema. Un’occasione unica per esplorare i segreti dell’arte antica a confronto di quella contemporanea e insieme conoscere una realtà vitivinicola etnea che per una volta ha consentito di far prevalere il bene e la legalità sul male dei fenomeni malavitosi.
L’evento è stato un esempio di come il linguaggio delle arti possa unire un glorioso passato alle suggestioni dell’arte contemporanea, realizzata con sensibilità e rigore scientifico. Le grandi sculture, le interpretazioni di temi leggendari come le Erme o il Minotauro, riproposte con la passione di un archeologo, sembrano emerse da un continente perduto e ritrovate. C’è un gigantesco toro furente in bronzo, ma lo stesso animale emerge da un bassorilievo romano di marmo, mentre imponenti figure diventano alberi come la bella Dafne nella statua del Bernini.
Opere dell’artista, in bronzo e di grandi dimensioni, sono esposte al Museo Archeologico di Firenze, al Museo del Corso a Roma, a Villa Adriana a Tivoli e numerose prestigiose sedi romane tra le quali il Tempio di Adriano, la Casina delle Civette, la Centrale Monte Martini. L’artista ha anche rappresentato l’Italia nella Mostra del passaggio del millennio ad Atene al Museo Lalaounis. Originali i monili e gli ornamenti del corpo con inclusioni di argenti e ori, madreperle, coralli, perle e cristalli di rocca, vere e proprie piccole sculture da indossare, esposte anche al Museo degli Argenti a Palazzo Pitti.
Il vino siciliano che ha accompagnato la celebrazione è l’Etna Rosso doc Hadrianus. Il nome in etichetta ricorda le frequentazioni dell’imperatore in Sicilia e l’espansione romana che favorì lo sviluppo della viticoltura isolana. Ma soprattutto l’evento ha raccontato una storia che va molto al di là di una vicenda di cronaca. Il vigneto sulle pendici del vulcano viene ora coltivato da giovani svantaggiati che trovano nel lavoro un’occasione di riscatto. Riccardo Tomasello, il titolare dell’azienda Natura Divina, che conduce questo progetto di agricoltura sociale, ha raccontato i particolari di una bella vicenda di amicizia e di inclusione sociale, realizzata all’impegno dell’Arcidiocesi di Catania e dell’Istituto Diocesano Sostentamento del Clero.
Testo di Mariella Morosi