Di Luisa Chiumenti
Un accurato riallestimento voluto dalla Direttrice della Galleria, Flaminia Gennari Santoni, nato da un ampio e articolato progetto, si apre oggi davanti al visitatore della Galleria Nazionale d’Arte Antica ospitata in Palazzo Barberini, da quando il Circolo Ufficiali che lo occupava dal 1934, si è spostato in altra sede: Il nuovo allestimento risulta anche valorizzato da un adeguato, nuovo impianto di illuminazione, una nuova grafica e nuovi pannelli e didascalie. E’ così che la collezione permanente del museo si sviluppa interamente al piano terra e al piano nobile con un suggestivo percorso offerto dalla ben nota rampa elicoidale disegnata da Borromini, oltre che dalla scala del Bernini. Le opere esposte sono state accuratamente selezionate, con il principio di una oculata rotazione stabilita ogni sei mesi, mentre il percorso è stato suddiviso in sale tematiche e monografiche, in modo che si possano apprezzare volta a volta i singoli artisti o le scuole
Al secondo piano è interessante notare come le cinque sale del secondo piano della Galleria, lasciate libere dal trasferimento delle opere, siano state destinate ad accogliere una sorta di Museo Laboratorio ed anche allo studio e analisi dei bozzetti o all’approfondimento di specifiche attribuzioni. Sempre colma di fascino è la produzione artistica che si lega al Grand Tour che dalla seconda metà del ‘700 porta il genio italiano alla conquista dell’Europa attraverso la conoscenza dei luoghi legati alla cultura e alla civiltà del classicismo di cui l’Italia rappresentava la culla inesauribile. Siamo in effetti nel periodo in cui Johann Joachim Winckelmann sollecitava in Italia la passione per nuove discipline quali la storia dell’arte e l’archeologia decretando la perfezione “dell’antichità classica nella sua autenticità” salvaguardando comunque la storia, le tradizioni e i valori geografici, climatici ed etnici locali: al tempo stesso principi nazionali, ma una grande apertura apertura al confronto.
Fra le varie sale, vogliamo segnalare in particolare quella corrispondente alla cappella seicentesca dell’ala nuova che accoglie tutti i 21 bozzetti della Collezione Lemme, donata nel ’98 a Palazzo Barberini da Fabrizio e Fiammetta Lemme. Sono particolarmente importanti perché costituiscono l’elemento più incisivo con cui i progettisti si proponevano alla committenza; tra essi ecco i progetti decorativi di alcune chiese come, ad esempio, quelli redatti per il ciclo del soffitto della Basilica di San Clemente, voluto da papa Clemente, firmati da artisti del calibro di Giuseppe Chiari, Sebastiano Conca e Pier Leone Ghezzi. Altro esempio è offerto dai bozzetti preparatori di Antonio Cavallucci per i santi carmelitani della chiesa di San Martino ai Monti e quelli per la cappella dell’Addolorata di San Marcello al Corso commissionati a Domenico Corvi.
Le splendide sale nel loro complesso raccontano la storia dell’arte, ma anche l’orgoglio e l’esuberanza dei grandi personaggi del tempo: dalle donne colte e letterate come Angelica Kauffmann ai grandi viaggiatori che si facevano ritrarre da Pompeo Batoni e ai grandi artisti, paesaggisti soprattutto come Jacob Philipp Hackert..
Roma. Via Quattro Fontane 13