Presentata la prima fase dei restauri del Palazzo della Sapienza a Roma
di Luisa Chiumenti
E’ avvenuta recentemente l’inaugurazione del corridoio realizzato su disegno di Borromini, a conclusione della prima parte dell’impegnativo restauro e messa in sicurezza del Palazzo della Sapienza e della chiesa di Sant’Ivo, complesso di grande eleganza concepito dal Borromini. Tale corridoio, che, aggiungendosi all’attuale ingresso da Corso Rinascimento, riporterà alla luce l’ingresso originario voluto dal Borromini su piazza Sant’Eustachio; tale ingresso era da tempo rimasto chiuso e utilizzato come garage e deposito. Prestigiosa sede dell’Archivio di Stato di Roma e della Rettoria di Sant’Ivo alla Sapienza ha ora visto avviarsi uno dei più significativi interventi su un vero gioiello architettonico della Capitale.
I lavori hanno interessato l’edificio che dà il nome al complesso, il palazzo della Sapienza e parte della chiesa, ma in particolare sono stati restaurati la lanterna di Sant’Ivo con la sua decorazione a lingue di fuoco e altri importanti ambienti tra cui la grande sala della Biblioteca Alessandrina che conserva documenti molto rari come il progetto originale di Sant’Ivo, redatto dal Borromini, l’atto del notaio dopo la morte per suicidio (dell’agosto 1667 ) e uno strano sonetto che era stato affisso all’obelisco della chiesa dei bergamaschi: “Piangete tetti e sospirate mura per gli oltraggi che vi fa un architetto senza architettura…Si fa chiamar il gran Borromino, si fa uguale al Bernino, ma se la mano si mettesse al petto farebbe il manual non l’architetto”.
Nei programmi generali di intervento sono previsti il restauro interno ed esterno della chiesa di Sant’Ivo e l’adeguamento di tutti gli impianti del complesso. In tal modo verrà restituita completamente alla collettività “un gioiello che segna lo skiline barocco della città”, così come è stato sottolineato dalla Soprintendente Daniela Porro.Ricordiamo come gli inizi della costruzione di tutto il complesso si debbano ascrivere all’anno 1431, quando venne conferito allo “Studium Urbis” l’incarico di realizzare, con le entrate delle gabelle del vino, un collegio per studenti. Ed ecco che, dopo due secoli, si potè vedere quel suggestivo rione di Sant’Eustachio trasformarsi in un complesso abitativo fervido di cultura e di scuole.
Da qui poi la costruzione dell’ala nord determina gli inizi dell’edificio verso via degli Staderari: due ali con due scaloni simmetrici e un corridoio sul lati di facciata intorno a un cortile centrale, che prese a modello il Collegio di Spagna di Bologna voluto dal cardinale Albornoz. Sarà poi Giacomo della Porta, alla fine del Cinquecento, a proseguire la costruzione del complesso di Sant’Ivo con l’esedra sul lato est che diventerà la facciata della chiesa di Sant’Ivo e con il completamento delle nuove aule sul lato nord e del portico fino all’esedra. Alla sua morte i lavori passano a Giovanni Paolo Maggi che nel lato est sistema l’ingresso su via del Teatro Valle.
E’ il 1632 la data in cui Borromini viene nominato architetto della fabbrica della Sapienza. Dopo aver demolito un albergo esistente dietro l’esedra, egli comincia a dare l’avvio alla costruzione della chiesa di Sant’Ivo, della Biblioteca Alessandrina e delle quattro sale poligonali ai lati della chiesa, realizzando più tardi, il 1659 e il 1664, il prospetto nord con il portico e il nuovo ingresso su piazza sant’Eustachio, il “Corridoio Borrominiano” appunto.