Gianfranco Vissani premia produttori e ristoratori pugliesi
Testo di Mariella Morosi
Tutti i piatti della cucina pugliese hanno una tracciabilità legata al territorio. E’ questo è il comune denominatore dell’offerta enogastronoma regionale, pur nelle diverse interpretazioni che ogni chef dà alle proprie creazioni. E se la storia e la civiltà di un popolo si vedono anche in cucina, si comprende come il comparto dell’agroalimentare abbia contribuito in maniera determinare all’appeal turistico della Puglia. Tutta la ristorazione di qualità, dal locale stellato alla trattoria di campagna, è impegnata ad offrire un’esperienza da ricordare ai visitatori, in sensibile aumento negli ultimi anni. Per questo l’Oscar della Qualità 2014 è stato assegnato quest’anno alla Capitanata, l’antica Daunia. Una terra famosa per la sua bellezza e per i suoi contrasti, dalle aspre montagne alle pianure del Tavoliere, dalle foreste fino alla bellissima costa del Gargano. Ma è anche una terra di fede; basti pensare all’antico Santuario di Monte S.Angelo e a San Giovanni Rotondo. Proprio in quest’ultima località, sede del culto di Padre Pio, si è svolta la cerimonia dell’Oscar della Qualità, a cui ha partecipato come ospite d’onore lo chef Gianfranco Vissani. «Dobbiamo imparare a valorizzare i nostri prodotti e a credere nella nostra terra» – ha detto questo rappresentante dell’alta cucina italiana ai tanti produttori e ristoratori che hanno esposto le loro eccellenze nell’area congressi dell’Hotel Corona e che sono stati premiati per il loro impegno con targhe e pergamene.
“Sono quelli che più di tutti investono tempo, capacità e risorse anche economiche per promuovere la ristorazione pugliese fuori dai confini regionali”, ha sottolineato il giornalista Sandro Romano, e consulente nella realizzazione dell’evento. Portare in tutto il mondo la Daunia con i suoi profumi ed i suoi sapori, è la mission promossa dall’Assessore Regionale alla Sanità Elena Gentile. «Il nostro Gargano – ha detto- deve fare sistema perchè solo così possiamo sperare in una valorizzazione profonda del nostro territorio. L’iniziativa, fortemente voluta dall’editore Massimo Pitti, è stata organizzata dall’Accademia Italiana del Gusto di cui Pitti è uno dei fondatori e, insieme alla Associazione “Amici della Buona Tavola” e all’Ente per la Promozione dei Prodotti Tipici Italiani, con la collaborazione delle Pro Loco del Gargano, della Banca di Credito Cooperativo di San Giovanni Rotondo che ha sponsorizzato in buona parte l’Evento e con i patrocini della Regione Puglia, del Gal Gargano, del Comune di San Giovanni Rotondo, del Comune di Rignano Garganico, dell’Accademia Italiana Gastronomia Storica e della rivista Italia a Tavola. “La Puglia ha grandi potenzialità in gran parte inespresse –ha detto ancora Sandro Romano- e si dovrebbe comprendere appieno l’esigenza di fare squadra. Serve sinergia tra tutti coloro che operano nel campo enogastronomico e coloro che si occupano di comunicazione, con un concreto supporto da parte delle istituzioni. Queste devono investire più risorse economiche nel comparto avvalendosi dei preziosi consigli di coloro che giornalmente sono in prima linea e vivono i veri problemi. Abbiamo grandi prodotti, un grandissimo appeal turistico e eccellenti professionalità. Con una buona coordinazione di tutti questi elementi non temiamo confronti”. La serata, presentata dalla giornalista Tatiana Bellizzi, è stata animata dai balli e dai canti de “I Cantori di Carpino”.
Erano oltre 50 i produttori e i ristoratori dauni premiati che hanno contribuito a far grande il “made in Capitanata. Altri tre di zone diverse si sono distinti in ambito nazionale e sono stati premiati anche per la loro capacità di promuovere il proprio prodotto fuori dai confini regionali. Sono il Consorzio “Focaccia Barese”, il “Panettiere di Dambrosio” per il pane di Altamura e il “Salumificio Santoro” per il capocollo di Martina Franca. Tra gli chef premiati Peppe Zullo, Gegè Mangano, Rosario Di Donna, Domenico Cilenti, Leonardo Vescera, Nazario Biscotti, Lucia Schiavone, Mario Ottaviano, Cataldo Giaconella, William Tespi e Massimo Russo. Un riconoscimento speciale è andato anche a Giuseppe Di Cosmo di 85 anni il “cuoco dei Santi”, che non ha voluto mancare alla serata. Di Cosmo, per tanti anni, ha cucinato per Padre Pio. «Il suo piatto preferito era l’agnello con le verdure» – ha detto l’anziano cuoco che ha cucinato anche per Madre Teresa di Calcutta e per Giovanni Paolo II.
Tutti, pur apprezzando la sua cucina, si sono dimostrati parchi rispetto ai piaceri della gola. Particolari applausi sono andati ad Anronietta Pompilio e alla figlia Thea, chef del ristorante Corona che ha ospitato tutti i momenti dell’Oscar. Entrambe sono da sempre impegnate a offrite la cucina di tradizione, con le tipicità della cucina contadina con largo uso di erbe spontanee. La cerimonia di premiazione si è poi conclusa con il “ Dinner Live Show” con gli chef premiati a base di tipicità come prosciutto di maiale nero, tartufo, caciocavallo podolico, bufaline, burrate, vari tipi di focacce, dolci di ogni genere, cassata artigianale. Soddisfatto l’editore e organizzatore dell’evento, Massimo Pitti. “Siamo riusciti –ha detto- a fare un grande evento che ha riunito le eccellenze dell’intera provincia, ma è solo l’inizio. Insieme a Costanzo Dragano dell’Hotel Corona, e al gastronomo Sandro Romano per la selezione delle migliori realtà gastronomiche e per il supporto nella comunicazione, siamo già al lavoro per la prossima edizione del premio Oscar della Qualità che sarà ancora più bella. I presupposti e la materia prima ce li abbiamo e, quindi, siamo già a metà dell’opera”.