Pensare l’archeologia nell’Europa contemporanea a Palazzo Massimo. Roma, Largo Villa Peretti 1.
(fino al 23 aprile 2017)
testo di Luisa Chiumenti
Il Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo in Roma, ospita, in un interessante allestimento, la mostra “Archaelogy & ME”. Pensare l’archeologia nell’Europa contemporanea”, scaturita dal progetto “NEARCH” finanziato dalla Commissione Europea. L’esposizione è stata pensata con l’obiettivo preciso di rispondere ad alcune domande relative al rapporto esistente fra “l’archeologia” e il grande pubblico e quindi l’importanza ed il ruolo che essa rappresenta nella società contemporanea. Concorso che, con il titolo di “Archeologia secondo me” (21 aprile – 23 agosto 2015) è stato preceduto e accompagnato da una campagna pubblicitaria mirante a “modernizzare” l’approccio comunicativo. Elaborato da IBC, il “format comunicativo” è stato quindi riproposto dalle istituzioni partner del progetto.
Il Concorso internazionale, aperto perfino ai bambini fino a dodici anni ha visto la partecipazione di ben 16 paesi europei, con molte, importanti istituzioni e semplici cittadini, che hanno presentato: pitture, disegni, foto, video, con cui hanno spiegato il proprio modo di percepire l’archeologia. E’ curioso notare come, nella partecipazione al concorso, si sia rilevata una leggera prevalenza di partecipazione femminile, e inoltre la fascia che ha partecipato in maggiore misura sia stata quella compresa tra 21 e 30 anni.
La rassegna è accompagnata da un bel catalogo che, curato da Maria Pia Guermandi, spiega molto bene l’interesse che suscita nel visitatore questa idea di far parlare il comune cittadino, accanto agli esperti (ciò che corrisponde alle due specifiche sezioni della mostra, l’una speculare all’altra), su tale importante spaccato della cultura e della società contemporanea.
Fra tutti i lavori presentati sono state selezionate 85 opere che sono state esposte, in un interessante allestimento, al primo piano di Palazzo Massimo, Museo Nazionale Romano e fra le opere selezionate è stato nominato un vincitore per ogni categoria (disegno\ dipinto, foto, video) e uno per la categoria bambini (minori di 12 anni)
Ed ecco quindi che il visitatore può cogliere agevolmente in mostra le numerose interpretazioni che scaturiscono da tali opere a cominciare dall’ affascinante idea che l’archeologia costituisca un ponte tra l’uomo e il tempo che scorre, nel rapporto, pur sempre obiettivo e personale, tra presente e passato.
“Un ponte temporale surreale fra il passato e il presente” scrive Barbara Braccieri, Italia, di fronte al Tempio della Concordia di Agrigento accanto all’”Icaro caduto” di Igor Mitorai. Raul lopez Garcia, partendo invece dai petroglifici trovati in Valcamonica evidenzia le analogie tra le tracce lasciate dall’uomo nella fondazione degli insediamenti e le mappe moderne. Colme di fascino e spesso sorprendenti sono apparse anche le intuizioni dei bambini, sempre efficaci e anche, nella loro spontaneità, anche più profonde di quelle degli adulti.
Rita Paris, direttrice di Palazzo Massimo, spiega invece quale sia il significato dell’archeologia per gli addetti ai lavori …“L’archeologia è scoperta, metodo, ricerca. Ci insegna che tra i popoli non ci sono state barriere. L’archeologia non è solo quella all’Indiana Jones, ma serve per capire meglio il presente”.
Ma quante interessanti “storie” si legano anche ai ritrovamenti archeologici, spesso fortuiti. E’ il caso ad esempio della la scoperta, documentata in un video, di graffiti e iscrizioni (ben 2800), tracciati il 1915 e il 1919, sulle pareti della città sotterranea di Naours, (nei pressi della Linea Maginot), dai soldati che visitavano in licenza il sito a poca distanza dalle prime linee (i ”Soldati viaggiatori”). Ed il ritrovamento è stato effettuato da studenti, operanti in quei luoghi sotto la guida dei propri insegnanti.
Ed ancora vediamo ritrovamenti minuti, come la statuetta in terracotta policroma (proveniente da Pompei), che raffigura la fuga da Troia di Enea, con Ascanio tenuto per mano ed il padre Anchise tenuto sulle spalle, che reca con sé la cassetta dei Penati.
Per informazioni:
tel. 06 – 39967700