una grande mostra nel Palazzo del Quirinale in Roma.
(fino al 26 febbraio 2017)
di Luisa Chiumenti
Dal 6 dicembre 2016 il Palazzo del Quirinale ospita, nella Galleria Alessandro VII, la mostra “Dall’antica alla nuova Via della Seta”, una ricca esposizione che narra la storia affascinante che ha sempre legato la Cina all’Occidente e in particolare all’Italia. E’ noto infatti come i nostri due popoli abbiano avuto modo di incontrarsi proprio attraversando, lungo la via della seta, tutto il vasto continente euroasiatico, con un attivo scambio di merci, ma anche di tecniche e di informazioni di ogni tipo, oltre che di fedi e credenze diverse: uomini tutti che sono tuttora venerati e rispettati e che hanno lasciato il segno della cultura che portavano con se e tra essi molti furono i grandi viaggiatori come Marco Polo o i gesuiti come Matteo Ricci o i missionari (Cristiani, Confuciani e Buddhisti) che, seguendo appunto le piste della Via della Seta, si sono conosciuti ed “hanno dialogato e contribuito a diffondere un clima di tolleranza che ha scavalcato le frontiere incerte degli Stati e aiutato i popoli a crescere”.
Promuovendo questo evento nel Palazzo del Quirinale, il Presidente della Repubblica, ha voluto sottolineare anche come: …”già molto tempo prima dell’apparizione della seta, mercanti portavano giade, lapislazzuli, tè, spezie e minerali lungo le rotte che da Xi’an raggiungevano la Persia, Palmira, Costantinopoli, Venezia. Il traffico delle merci ha avvicinato genti di lingue, culture e religioni diverse, ha aperto la porta a nuovi saperi e ha permesso alle civiltà dell’Europa e dell’Asia di crescere ancora, grazie a una reciproca influenza, stabilendo relazioni che si sono mantenute per tutto l’arco della storia, resistendo anche a contingenze avverse”. L’esposizione pone quindi l’accento sul ruolo che hanno la Cina e l’Italia nella costruzione di un mondo dove deve prevalere lo spirito di dialogo e di collaborazione in tutti i campi Lungo l’antica Via della Seta che attraversava il vasto continente euroasiatico.” Articolata in diverse sezioni, la mostra narra tutto ciò attraverso capolavori antichi (circa un’ottantina), provenienti dalle più importanti istituzioni museali europee e italiane tra cui il British Museum, il Musée du Louvre, il Musée Cernuschi e Guimet di Parigi, il Museo di Berlino, il Museo di Lione, il Museo d’Arte Orientale di Torino, il Museo delle Civiltà / Museo d’Arte Orientale “Giuseppe Tucci” di Roma, la Biblioteca Nazionale Centrale e il Museo del Bargello di Firenze, il Museo del Tesoro di San Domenico di Perugia, il Museo Civico Medievale di Bologna, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, i Musei Vaticani, oltre ad una ventina di opere moderne.
Curata da Louis Godart, Consulente del Presidente della Repubblica in materia di iniziative ed eventi culturali ed espositivi, in collaborazione con David Gosset, fondatore del Forum Europa-Cina e delle Nuove iniziative sulla Via della Seta e Maurizio Scarpari, sinologo della Ca’ Foscari di Venezia e dell’Università Kore di Enna, sulla base di profonde e attente indagini e consultazioni di importanti istituzioni archivistiche, bibliotecarie e museali europee e italiane per rendere noti al grande pubblico i legami millenari, la ricchezza e lo spessore cronologico degli storici rapporti tra l’Oriente e l’Europa, che anche oggi assai vivaci tra la Cina e l’Italia nella costruzione di un mondo dove deve prevalere lo spirito di dialogo e di collaborazione in tutti i campi. Come ha infatti spiegato Godart: “Oggi l’attenzione rivolta alle rotte commerciali che attraversano il gigantesco continente euroasiatico si è acutizzata da quando il Presidente cinese Xi Jinping ha illustrato il progetto avanzato dalla Repubblica Popolare Cinese di aprire una “Nuova Via della Seta” che collegherà l’antica città di Xi’an con Rotterdam e, attraverso molte diramazioni, con altre grandi città europee tra cui ovviamente Venezia.”
Il progetto intende abbracciare dunque nella sua complessità, l’idea di una “Seidenstrasse”, “La Via della Seta”, il termine entrato nell’immaginario collettivo, è stato coniato nel 1877 dal geografo tedesco Ferdinand von Richthofen. Alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso l’UNESCO, attenta a rilevare i rapporti interculturali, esalta il concetto per evidenziare i legami tra l’Estremo Oriente, in particolare la Cina, l’Asia Centrale e il mondo occidentale. La mostra evidenzia dunque ancora una volta il fatto che la frontiera tra l’Europa e l’Asia è solo un concetto astratto. La Via della Seta non rappresenta infatti una divisione, al contrario incoraggia i contatti all’interno di uno spazio immenso ed è un punto di riferimento per gli scambi in seno al continente euroasiatico. Lo spiega molto bene David Gosset nel suo testo introduttivo, evidenziando come la Via della Seta arricchisca l’Oriente e l’Occidente, sottolineando come “Identità e diversità non si escludano radicalmente; come due poli inseparabili, l’Est e l’Ovest sarebbero infatti più vicini allo “Yin e allo Yang, i due opposti in una rappresentazione dualistica del mondo”. La mostra è testimone inoltre della grande abilità dei maestri artigiani nei vari settori della produzione delle sete, delle ceramiche, delle pietre e dei metalli preziosi, nonché la eccezionale competenza dimostrata dai cartografi dell’antichità nel saper rappresentare il mondo a loro noto, integrando le varie conoscenze geografiche di cui disponevano.
Per informazioni:
Call center, tel. 06 39.96.75.57 – orari: da lunedì a venerdì 9.00–13.00 / 14.00-17.00, sabato 9.00–14.00, domenica chiuso.
INFOPOINT – Centro informazioni e prenotazioni, Salita di Montecavallo 15. Operativo nei giorni di apertura del Palazzo, con i seguenti orari: dalle 9.00 alle 17.00.
Presso l’INFOPOINT sono a disposizione dépliant e materiale informativo per la visita.
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