Settembre: una mostra a Roma (Palazzo Poli)
(fino al 1° novembre 2016)
Testo di Luisa Chiumenti
E’ certo assai significativo che le opere di Frangi abbiano trovato il luogo ideale per una presentazione proprio nelle sale dell’Istituto Nazionale per la Grafica in Palazzo Poli a Roma. Curata da Giorgio Verzotti, è stata allestita infatti in tali prestigiosi spazi la mostra “ Giovanni Frangi. Settembre”, in cui l’Artista utilizza la carta per esprimere le suggestioni e le atmosfere che gli derivano dalla osservazione degli ambienti sia naturali che urbanizzati. E vediamo così in mostra come egli fa davvero sentire le vibrazioni suggestive di una città come Roma ed il visitatore, che ha appena superato lo scroscio “reale” della Fontana di Trevi, per accedere al palazzo, è subito avvolto, nella serie “Trevi”, dalle immagini “rivissute” da Frangi, con una sorta di suggestione cinematografica che, colorata da un fantasioso colore rosa. E del resto sappiamo bene quanto sia stato sempre vivissimo il fascino e lo stimolo creativo che hanno reso tanto forte il rapporto di innumerevoli artisti con i monumenti di Roma e, come nota il curatore nel suo saggio …“anche gli artisti che dalla seconda metà del Settecento arrivano da tutt’Europa stregati dal paesaggio di Roma avevano la carta quale supporto per “rapire” velocemente le visioni che si trovavano davanti.
Ma se oro (ribattezzati “tableautins ) lavoravano sui blocchetti d’appunti, Frangi mette grandi superfici (scegliendo, come nel caso della mostra di Roma, carte di alto livello qualitativo come la Hahnemuhle bianca e la Fabriano nera, oltre ad un cartone di grandi dimensioni prodotto da Cartiere dell’Adda), a disposizione del suo lavoro, dimostrando grande capacità nel dare uno sviluppo cromatico agli impulsi e alle sensazioni forti che gli ambienti osservati gli proponevano, facendo quasi “esplodere” le dimensioni, fino anche a coprire tutta l’estensione delle grandi pareti dello storico spazio della Stamperia. Ed ecco, nella serie San Pietro, disegnarsi le grandi foreste su cartone e nella serie Fontannamare i tronchi degli alberi stagliarsi come colonne fra le rovine. Il fascino che il paesaggio esercitava su Frangi è ben noto; basti ripensare ad esempio alla mostra che, nel 2010, vide esposti al MART di Rovereto, “Giardini pubblici “ , la grande opera che, ispirandosi ai giardini pubblici di Milano nell’ora dell’imbrunire, metteva in evidenza la presenza imprescindibile della Natura, in ambienti pur tanto urbanizzati come a Milano. Un video in mostra ed un volume (Silvana editoriale), con i testi di Maria Antonella Fusco, Fabio Fiorani e Giorgio Verzotti, offrono ai visitatori ogni approfondimento sulla mostra attuale e sulla personalità creativa di Frangi.
Per informazioni:
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