Accade a Settembre, in un solo viaggio si assiste a tre festival diversi: la festa dell’ombrello, nei pressi del sacro santuario di Tarnetar, il festival di Ravechi, la fiera dei mitici nomadi Rabari che raccoglie più di 30.000 devoti, e il Ganesh Chaturthi, il festival della divinità dalla testa di elefante.
Il Gujarat, sito nella parte nord-occidentale del subcontinente, è una delle mete meno turistiche di tutta l’India. Custodisce un patrimonio artistico, culturale, sociale e naturale d’inestimabile valore e poterlo scoprire in occasione dei tre diversi festival è un’esperienza unica e totalizzante.
La festa dell’ombrello è una celebrazione dedicata al fidanzamento: l’occasione per i ragazzi di etnia Bharwad, uno dei gruppi di pastori che vivono nella Saurashtra, la penisola del Kathiawar, di pavoneggiarsi nei loro abiti migliori e per le ragazze di trovare uno sposo. Nel passato gli uomini stavano seduti sotto chhatri (ombrelli) splendidamente ricamati, perché le donne li potessero ammirare per scegliere il loro preferito.
Se il fidanzamento veniva combinato la nuova coppia faceva un giro per la fiera all’ombra del chhatri sorretto da un compare. Oggi la festa, diventata popolare e con la grande affluenza di pubblico, esclusivamente locale, ha perso un po’ dell’autenticità del passato, ma rimane ancora un’interessante manifestazione per avvicinarsi al colorato folclore e alle ancora vive tradizioni locali. Per l’occasione vengono organizzate varie competizioni come la corsa dei carri trainati dai buoi, con splendidi animali agghindati a festa che trainano caratteristici carretti a due ruote coperti da variopinti baldacchini, o anche le esibizioni a cavallo, con cavallerizzi che montano a pelo agili cavalli, mostrando un’innata eleganza e cimentandosi in corse e acrobazie. Sono previsti anche spettacoli di canti e danze. Le performance iniziano con lunghe invocazioni al dio Ganesh affinché porti fortuna e prosperità.
La fiera di Ravechi ha luogo nei pressi del tempio dedicato a Ravechi Mata, la dea locale che corrisponde alla più famosa divinità hindu Parvati. Migliaia di pellegrini appartenenti alle comunità pastorali Rabari, Ahir e Charan ogni anno si recano alla fiera provenendo dagli angoli più sperduti del Grande Deserto del Kutch. La fiera si presenta più semplice ma anche più ruspante e autentica rispetto a quella di Tarnetar.
Le principali attrazioni qui non sono le danze, i canti e le competizioni, ma la popolazione locale che si reca alla festa sfoggiando i fantastici abiti tradizionali. Caratteristica dei Rabari sono i turbanti voluminosissimi e coloratissimi e i gilet impreziositi da ricchi ricami. Uomini e donne indossano gioielli d’oro e d’argento finemente lavorati, anelli, bracciali e orecchini di varie forme. Spesso gli uomini superano negli ornamenti le donne stesse, per natura più vanitose, mentre queste li battono per la bellezza dei loro volti e il portamento delicato ed elegante.
Con la festa di Ganesh – Ganesh Chaturthi – gli hindu festeggiano la nascita di Ganesh, il dio dalla testa di elefante, figlio primogenito di Shiva e Parvati. Per celebrare questa ricorrenza vengono create moltissime statue raffiguranti Ganesh, fatte di argilla o metallo e dalle più svariate dimensioni. Le statue vengono acquistate dai devoti ed esposte nelle loro case per idolatrarle per un periodo di massimo 10 giorni.
L’ultimo giorno della festa le statue vengono portate in processione per le strade della città prima di essere immerse nelle acque del mare nel corso di cerimonie rituali. Durante l’intero periodo della festa, le cerimonie sono seguite da opulenti banchetti e manifestazioni culturali, come performance musicali o di danza, soprattutto folkloristica, spettacoli teatrali e rassegne cinematografiche. Lord Ganesh simboleggia la saggezza, la prosperità e la buona fortuna e durante il festival è particolarmente venerato dagli studenti che lo invocano per illuminare le proprie menti. Il ricco itinerario proposto prevede l’attraversamento delle vaste e desolate pianure salmastre del Deserto del Kutch, popolate dagli ultimi esemplari di khur, l’asino selvatico dell’Asia e l’incontro con le comunità pastorali dei popoli nomadi che vivono tra i deserti del Sindh e del Thar. Si ha inoltre l’occasione di ammirare lo splendido Tempio del Sole di Modhera, costruito nel 1026 e progettato in modo tale che durante gli equinozi i raggi del sole nascente illuminassero, attraverso la porta principale, l’immagine di Surya, il dio del sole, posta all’interno del sancta sanctorum. Estremamente affascinanti sono il pozzo-palazzo di Patan e le rovine islamiche della spettacolare Champaner, l’antica capitale del Gujarat. Imperdibili sono gli splendidi monumenti dell’arte jainista a Palitana, cittadella religiosa arroccata sulla collina, dove si ergono più di 800 templi. Di forte interesse è inoltre Ahmedabad, capoluogo economico e culturale del Gujarat che nel 1915 divenne sede del Sabarmati Ashram, il quartier generale di Gandhi durante la lotta per l’indipendenza dell’India: da qui, il 12 marzo 1930, Gandhi partì per la famosa Marcia del Sale diretto al Golfo di Cambay, in segno di protesta contro il monopolio governativo sulla produzione e la vendita di sale.
Itinerario dettagliato:
Data unica di partenza, in via di conferma:
1 Settembre 2016, in hotel e campo tendato
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