Testo di Luisa Chiumenti
(fino al 14 giugno 2015)
Era il 24 aprile 1915, quando si vide alzarsi il primo getto d’acqua al centro della città di Bari e tale data segna ancor oggi un punto di fondamentale rinascita e modernità per la Puglia. E l’eccezionalità dell’evento impose la costruzione del Palazzo dell’Acquedotto in modo che l’architettura avesse la forza di “rappresentare la magnificenza di una conquista che da quel momento cambiava il destino di una intera regione”. Ed ecco che un racconto per immagini, simboli e figure, entra nel Palazzo attraverso l’arte di Duilio Cambellotti, con cui, in effetti, “l’austero edificio di pietra si spalanca, nelle grandi decorazioni, alla solarità mediterranea”. Duilio Cambellotti ebbe infatti l’incarico, nel 1931, di progettare l’arredo completo dell’importante complesso ed egli riuscì a portarlo a termine nel giro di tre anni realizzando un vero e proprio “percorso decorativo” che si può considerare una eccelsa sintesi del suo vario impegno nei diversi campi dell’arte: dalle arti plastiche, alla scultura, pittura, scenografia teatrale, ceramica, illustrazione editoriale, architettura e design, in un “cammino artistico” che trovò proprio una sorta di “sublimazione” in questo monumentale edificio.
“Celebrare l’acqua”, ha detto giustamente il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, “è come celebrare la vita” ed ecco che , in occasione di tale importante centenario è stata organizzata a Bari, da “Sistema Museo”, una grande mostra, curata da Emanuela Angiuli, dal titolo” Duilio Cambellotti. Le Grazie e le Virtù dell’Acqua”. E forse tale titolo si riferisce proprio alla particolare bellezza delle opere, tutte preziose simbologie dell’acqua nelle sue grazie e virtù, con cui Duilio Cambellotti ha arricchito la bellezza del Palazzo dell’ Acquedotto Pugliese. Effettivamente tale esposizione, promossa da Acquedotto Pugliese, Regione Puglia e Comune di Bari, in collaborazione con Wolfsoniana Fondazione regionale per la Cultura e lo Spettacolo di Genova e l’Archivio Cambellotti di Roma ed allestita, con il contributo della Banca Popolare di Bari, accoglie il visitatore nelle sale del palazzo, lasciandolo ammirato e stupito di fronte a tanta immaginifica creatività.
Come sottolinea Nicola Costantino, Amministratore Unico di Acquedotto Pugliese S.p.A., “la cattedrale dell’acqua “, sede dell’Acquedotto Pugliese, è insieme “contenitore e soggetto”, in quanto “macro-opera d’arte a scala architettonica” di questa mostra” che vuole celebrare l’avvento dell’acqua raccontando un capitolo del nostro Novecento, attraverso le opere del lungo percorso artistico di Duilio Cambellotti. Attingendo alle raccolte di materiali esistenti presso musei e fondazioni, disegni, illustrazioni, vetrate, dipinti, sculture in bronzo, ceramica e terracotta, fino al ricchissimo prezioso repertorio dei materiali preparatori dedicati al Palazzo dell’Acquedotto Pugliese, l’esposizione assume il significato di “riconoscimento e di gratitudine verso un Maestro che ha saputo donare bellezza e sostanza agli eventi che hanno cambiato il destino della storia delle Puglie”. Sulla fontana del cortile, nelle stele marmoree, sugli affreschi e le tempere delle stanze sono un vero e proprio “inno all’acqua che sorga dalla terra piatta come un’essenza evocata”.
Dalla presentazione di Nichi Vendola, vorremmo ancora riportare una osservazione sulla capacità dell’artista di entrare veramente nello spirito locale, interpretando, con il suo lavoro artistico, le emozioni dei cittadini: “L’essere entrato in contatto con quanto vi è di più intimo con l’animo popolare, la sua capacità di cogliere il valore etico del lavoro della terra andava infatti trasformandosi, sulle pagine dell’avventura pugliese, in una grammatica simbolica che attraverso la costruzione di canali e condotte d’acqua, nella rappresentazione di città tutte bianche, nei boschi di ulivi, affidava alle giovani generazioni pugliesi da lui ritratte nelle figure di donne e bambini sulle pareti della Sala del Consiglio, la rinascita delle terre pugliesi e dei suoi abitanti. Da una parte la realtà, la terra, la materia, il peso di vivere, dall’altra il sogno, la bellezza, la natura, l’ordine delle cose”.
Per informazioni:
Sistema museo: 199 151 123