in mostra al Museo delle Terme
Testo di Luisa Chiumenti
L’arte sublime di Auguste Rodin (Parigi 1840 – Meudon 1917), uno degli artisti più rivoluzionari della scultura moderna, appare illustrato ora nel fascino di un profondo contrasto con il luogo storico in cui è ospitata, le sale prestigiose e assai suggestive delle Grandi Aule delle Terme di Diocleziano. Si tratta della rassegna più completa mai organizzata sulle sue sculture in marmo, già presentata con grande successo a Palazzo Reale a Milano, congiuntamente al Musée Rodin di Parigi, in una esposizione di più di 60 opere. Promossa e prodotta dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, Musée Rodin di Parigi con Electa e Civita, la mostra è stata curata da Aline Magnien, conservatore capo del patrimonio del Musée Rodin di Parigi, in collaborazione con Flavio Arensi. La scelta del luogo è stata studiata proprio in rapporto a colui che ne ha realizzato la grandiosità e magnificenza, perché fu proprio Michelangelo, che tanta influenza ebbe su Rodin (e di cui ricorrono i 450 anni dalla morte il 18 febbraio), a lasciare un grande segno alle Terme di Diocleziano trasformando gli ambienti che costituivano il cuore dell’edificio termale, il frigidarium, il tepidarium e il calidarium nella splendida Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri Cristiani. Negli altri ambienti delle Terme sorse, ideato dallo stesso artista, il Convento dei Certosini, di cui si ammira il chiostro dalla limpida linea architettonica, inserito nel percorso museale.
Ed è in un simile, grandioso contesto, nelle due imponenti e antiche aule del complesso termale restaurate, che si sviluppano le tre sezioni della mostra, in cui si sente quanto Michelangelo a Roma abbia potuto incidere sulla formazione di Rodin, dalla Cappella Sistina, al Mosè di San Pietro in Vincoli. Per non parlare della forte suggestione che egli aveva dovuto cogliere nel “non finito” michelangiolesco che per Rodin si trasformò in una funzione luministica particolare, nelle sue forti capacità di catturare in modo articolato il contributo dato alla sua plasticità dalla luce. Ed ecco, in apertura della mostra, le opere giovanili ancora classicheggianti, fra cui il celeberrimo “Homme au nez cassé” (rifiutato dal Salon parigino del 1864) e il famosissimo ” Bacio”, la scultura con i due amanti che tanto scandalizzò la Francia di fine Ottocento, opera che ancora conquista i visitatori del Musée Rodin. La seconda sezione propone alcune fra le sculture più conosciute di Rodin e ne dimostra la piena maturità nel plasmare le figure scolpendole con energia nei candidi blocchi di pietra. Dopo i numerosi ritratti di grande intensità, ecco poi affacciarsi quella particolare “poetica dell’incompiuto” (terza sezione della mostra) in cui il “non finito” è presente nei i più bei ritratti, come quello a Victor Hugo o quello di Puvis de Chavannes, il grande “decoratore di muri”.
La “modernità “ di Rodin appare nelle sue sculture, proprio attraverso la accurata selezione operata dai curatori e dagli studiosi, che da tempo stanno conducendo una grande “analisi storica e critica sulla bottega artistica del genio francese e le sue metodologie di elaborazione della pietra”. Ed è infatti particolarmente interessante quanto è scaturito da tali ricerche, relativamente anche ai rapporti del Maestro con i collaboratori, dando vitalità e stimoli attraverso la formazione della “bottega”. Lo stile di Rodin e anche il suo “non finito” appare sempre più forte nei marmi dell’artista più maturo, in una pratica, in effetti più contemporanea, che ama anche delegare l’esecuzione dell’opera, pur mantenendo inalterato il concetto base dell’opera originaria. In concomitanza con la mostra “Rodin. Il marmo, la vita”, è da segnalare la bella rassegna allestita presso la Galleria nazionale d’arte moderna, che presenta quarantacinque opere tra sculture, rilievi e disegni dal titolo D’après Rodin. L’esposizione è incentrata sulla influenza esercitata dall’artista francese sulla scultura italiana dei primi decenni del’900, a partire dalla risonanza suscitata alla presenza di Rodin alla Biennale di Venezia del 1901. La GNAM conserva fra l’altro “un esemplare dell’opera “L’età del bronzo”, realizzata da Rodin al ritorno dal suo primo viaggio in Italia, nel 1875, chiaro omaggio alla scultura classica, acquistato dallo stato italiano dopo la prima mostra della secessione romana nel 1914 cui partecipò l’artista parigino”.
Ricordiamo che il bel Catalogo è stato pubblicato da Electa.
“RODIN. Il marmo, la vita”.
in mostra al Museo delle Terme.
(V.le E.De Nicola 79 – Roma).
(fino al 25 maggio 2014)
Per informazioni:
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tel. +39 06 39967700
www.mostrarodin.it
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