Testo di Anna Maria Arnesano e foto di Giulio Badini
Nel cuore dell’Africa orientale, assieme al confinante Kenya la Tanzania rappresenta uno dei luoghi migliori dove poter ammirare la grande fauna selvatica africana, quella del nostro immaginario collettivo. La sua storia e la scarsità di strutture ricettive hanno però reso la Tanzania meno famosa del Kenya, ma a livello di natura e di ambiente non ne è affatto seconda. Grande oltre tre volte l’Italia, possiede infatti diverse peculiarità a livello continentale, ma anche mondiale. L’interno si presenta come un vasto altopiano ad un’altezza di 1-1.500 metri ricoperto da foresta rada, savana più o meno arborata e da steppa semidesertica, circondato da enormi laghi e da alte montagne di recente formazione. Qui hanno le loro sorgenti due dei maggiori fiumi del mondo, Nilo e Congo, che con gli altri corsi minori versano le loro acque nel Mediterraneo, nell’Atlantico e nell’oceano Indiano. Tra i laghi che la circondano vanno ricordati il Vittoria, maggiore per estensione in Africa e terzo nel mondo, e il Tanganica, che con i suoi – 1.435 m è tra i più profondi in assoluto. Tra le montagne il Kilimangiaro, con 5.895 m massima vetta del continente sempre imbiancato di neve anche se si trova poco sotto l’Equatore, il Meru (4.566 m) e il cratere del vulcano Ngorongoro, con i suoi 20 km di diametro tra i maggiori al mondo.
La Tanzania conta oggi 14 parchi nazionali, 3 parchi marini e numerose riserve forestali e naturali, pari al 28 % del territorio, per un totale di 100 mila kmq, quasi un terzo dell’Italia. Il cratere di Ngorongoro, che risale all’attività vulcanica degli ultimi 25 milioni di anni, offre in assoluto la maggior densità di fauna selvatica della terra, con rappresentate tutte le specie presenti nell’Africa orientale: leoni, elefanti, rinoceronti, bufali, gnu, gazzelle, zebre, antilopi e, nel lago salato situato sul fondo, enormi stormi di fenicotteri rosa. Non a caso è stato paragonato all’Arca di Noè e al Giardino dell’Eden. Il Kilimangiaro, vetta ambita dagli alpinisti di tutto il mondo, presenta lussureggianti foreste pluviali in basso, poi pascoli alpini, quindi un paesaggio lunare con ghiacciai sommitali. Il Lake Manyara è un parco piccolo ma assai vario, dove si mischiano fiumi, laghi, foresta tropicale e savana arbustiva: ospita leoni, leopardi, ippopotami, babbuini, scimmie, cercopitechi, gnu, giraffe, bufali, impala, zebre e uccelli acquatici come fenicotteri rosa e gru, nonché la più numerosa popolazione di elefanti. Il Parco di Tarangire risulta poco frequentato, ma è anche uno dei più belli: durante la stagione secca si possono ammirare grandi concentrazioni di animali, compresi branchi di elefanti composti da oltre 400 esemplari.
Si incontrano leoni, leopardi, ghepardi e bufali, ma anche animali rari come kudu, orici, taurotraghi e gerenuk, oltre a 300 specie di volatili e uccelli acquatici e pitoni lunghi oltre sei metri. Il più famoso di tutti rimane il Parco di Serengeti, confinante con il famoso parco kenyoto di Masai Mara. Qui si può avere un’idea di come poteva essere l’Africa orientale prima dell’arrivo e dello sterminio faunistico operato dall’uomo bianco cacciatore alla fine del XIX secolo. Sulle infinite savane vi sono milioni di ungulati in perenne movimento alla ricerca di pascoli e acqua, controllati e seguiti a vista dai predatori, a formare uno degli spettacoli più impressionanti che si possa vedere in natura; si tratta infatti della maggior concentrazione di erbivori al mondo: oltre un milione di gnu, 200 mila zebre, 250 mila gazzelle, 74 mila bufali, strettamente marcati da leoni, leopardi, ghepardi, iene e licaoni. Durante la stagione delle piogge questi vivono nel Masai Mara, ma quando laghi e fiumi si seccano gli erbivori partono in massa verso ovest, destinazione Serengeti, in cerca di nuovi pascoli, per fare ritorno ad est prima della nuova stagione delle piogge. Si tratta della maggior migrazione periodica di fauna selvaggia del pianeta. Il Natron è un lago salino della Rift Valley dall’estensione variabile e dalle acque rosse, unico luogo di riproduzione per una specie endemica e rara di fenicotteri. Per le loro caratteristiche ambientali Ngorongoro, Serengeti, Kilimangiaro e Selous sono stati riconosciuti dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità.