
Qualche anno fa, ospite dell’ente del turismo polacco, mi sono ritrovata protagonista di una serie di coincidenze così surreali da sembrare orchestrate da una mano invisibile. Già in fase di avvicinamento verso l’aeroporto di Varsavia, scoprire che portava il nome di Frédéric Chopin mi ha trasportato in un vortice di valzer e notturni. E mentre, in aeroporto, aspettavo il volo in coincidenza per Danzica quella musica continuava a risuonarmi in testa, come se il genio di Chopin fluttuasse nell’aria.

Torre di Controllo Aeroporto di Varsavia
Ma c’era un’altra sorpresa dietro l’angolo. Seduta sul volo successivo, il comandante prende la parola per darci il benvenuto a bordo. Il suo nome? Tchaikovsky! E la mia fantasia ha inscenato un duello musicale degno di una prima alla Scala: da una parte, la romantica malinconia di Chopin e dall’altra, l’esuberanza gioiosa di Tchaikovsky.

Monumento a Federic Chopin nel Parco Lazienki a Varsavia
Ma la storia non finiva lì, perché la giornata aveva in serbo un ultimo colpo di scena. Quella sera all’Opera Baltica, ho assistito a una bella rappresentazione della Sagra della Primavera di Igor Stravinskij. Un altro gigante, questa volta modernista, che è arrivato a complicare ulteriormente il mio già affollato dialogo con i due mostri sacri del romanticismo. E quella che poteva essere una qualsiasi giornata di viaggio si è trasformata in un’emozionante avventura musicale con Chopin, Tchaikovsky a Stravinskij che si sono sfidati fino all’ultima nota.
Il Lago dei Cigni di Pyotr Ilyich Tchaikovsky