
Testo di Anna Quaglia
Foto Pierluigi Benini Archivio Fondazione Palio Città di Ferrara
Il mese di maggio si avvicina e i preparativi per il Palio di Ferrara si infiammano. A dire il vero non si fermano mai. Come termina un Palio si ricomincia a organizzare quello seguente.Si dice che il Palio di Ferrara sia uno dei più antichi del mondo. Risale al XIII secolo a seguito di vittorie sul campo della famiglia d’Este e successivamente al ritorno da Roma di Borso d’Este dopo la sua investitura ducale da parte di Papa Paolo II. Una testimonianza di questi momenti ludici sono gli affreschi nella Sala dei Mesi di Palazzo Schifanoia. È stato ripreso negli anni ’30 e, dopo alcune interruzioni, è ricominciato nel 1967. Ferrara a maggio diventa rumorosa, colorata, effervescente, appassionata e combattiva. Si anima di un fervore che sembra essere stato tenuto a freno durante tutto l’anno e improvvisamente rivela la sua personalità e voglia di vivere. Il Palio è una competizione tra otto contrade: i quattro borghi fuori le Mura – San Giacomo, San Giorgio, San Giovanni e San Luca – e i quattro rioni all’interno delle Mura – San Benedetto, San Paolo, Santa Maria in Vado e Santo Spirito -. Ogni contrada ha i suoi colori che sono presenti nelle bandiere.
La competizione si svolge nell’ultimo fine settimana di maggio ma è preceduta durante tutto l’arco del mese da altre cerimonie che si tengono sempre nei fine settimana. Si inizia con la Benedizione dei Palii (drappi che vengono dati ai vincitori delle quattro corse del Palio) e l’Offerta dei Ceri nella Cattedrale di San Giorgio.
Il sabato e la domenica della settimana successiva si tengono Gli Antichi Giochi delle Bandiere Estensi: i partecipanti si esibiscono nella Piazza del Municipio. Ed è durante queste prime gare che si coglie il clima competitivo dei concorrenti: le tifoserie si riscaldano e qualche piccola scaramuccia è inevitabile.
Poi si arriva al penultimo sabato del mese di maggio che ci propone il Magnifico Corteo che con i suoi oltre 1000 figuranti ci fa rivivere i fasti della Corte Estense. Infatti la Corte Ducale apre la sfilata seguita dalla contrada vincitrice dell’ultima edizione della corsa dei cavalli, e via di seguito le altre contrade. La sfilata percorre Corso Giovecca e arriva al Castello. Tra suoni di chiarine e tamburi, costumi rinascimentali, scudi, elmi, corazze lo spettatore è catapultato in pieno Rinascimento e rivive i fasti e la cultura degli Estensi. La sfilata si svolge di sera e tutto diventa più suggestivo: il fruscio degli abiti, le torce di alcuni figuranti, alcune danze rinascimentali sembrano generare o meglio plasmare una scena di altri tempi.Ma il momento più atteso ed eccitante è la sera dell’ultimo sabato di maggio quando in Piazza Ariostea si svolgono le gare: la gara dei Putti per il Palio di San Romano, delle Putte per il Palio di San Paolo, delle asine per il Palio di San Maurelio e infine la più attesa, la gara dei Cavalli per aggiudicarsi il Palio di San Giorgio.
Le gare sono precedute dalla sfilata di tutti i figuranti e dal gruppo Musici e Sbandieratori.
Alla fine delle gare le contrade vincitrici esporranno le loro bandiere alle finestre del Palazzo Ducale Estense ora Palazzo Municipale. Confesso di aver sfilato anch’io per il Palio molti anni fa e ciò che ricordo con piacere misto ad emozione è il Corteo Storico e l’arrivo all’interno del cortile del Castello. Un altro momento entusiasmante era l’ingresso in Piazza Ariostea nel giorno delle gare. La piazza si riempie di turisti, di gente comune che tifa la loro contrada e che alla fine della giornata sono spossati e senza voce per aver supportato la loro contrada fino alla fine. Ancora oggi quel suono di tamburi così forte, costante e penetrante mi avvince, risuona così forte da appassionarmi e il salto nella storia passata è immediato.
Per il programma dettagliato del Palio potete consultare il sito: paliodiferrara.it