NeoClassica Editore.
di Luisa Chiumenti
Avvicinarsi alla Danza e approfondire una forma artistica così affascinante e complessa al tempo stesso, è quanto permette il libro “Jia Ruskaja . La Dea danzante” recentemente pubblicato da Gianluca Bocchino per NeoClassica Editore.
Il volume è stato realizzato dalla Fondazione per il progetto 2022 “Storia” dedicato a Jia Ruskaja nell’ambito del settore “Promozione Danza ricambio generazionale” del Fondo Unico dello Spettacolo (FUS) del Ministero della Cultura (MIC) ed è stato presentato nel corso di un interessante evento che si è svolto recentemente presso il Teatro Ruskaja della Accademia Nazionale di Danza con sede in Roma, all’Aventino.
Durante tale evento, che ha avuto il patrocinio della Regione Lazio, sono state eseguite due coreografie ruskajane, colonna sonora del film “Giuditta e Oloferne” di Baldassarre Negroni, del 1928 (in cui la Ruskaja era stata protagonista), reinterpretate da due giovani allievi dell’Accademia.
Ed è così che l’autore racconta in modo inedito la vita di Jia Ruskaja (1902- 1970), fin da quando, questa donna di origine tartara giungeva in Italia nel 1921: un affascinante racconto, attraverso foto e documenti inediti e in parte sconosciuti relativi alla storia di una donna divenuta emergente nel settore artistico della danza. Senza dubbio una figura autoritaria, “diva e icona glamour” del Novecento italiano e rimasta famosa sul piano internazionale per aver creato la prima Accademia di Danza in Italia.
Il testo di Bocchino è ricco di testimonianze, fotografie ed eventi con cui la Ruskaja, in modo diplomatico, elegante e colto, riuscì a cogliere l’attenzione della politica e della cultura. L’Archivio Storico della Fondazione ha fornito all’autore le carte private di Jia Ruskaja che in origine erano state in parte collocate presso l’abitazione della fondatrice. In seguito alla sua scomparsa la documentazione, dapprima accolta dall’allora Opera dell’Accademia Nazionale di Danza (oggi “Fondazione”), venne poi conservata presso la Biblioteca dell’Accademia Nazionale di Danza, laddove Bocchino ha iniziato le sue accuratissime ricerche, occupandosi a fondo anche di quelle notizie che nel tempo erano rimaste in parte ancora sconosciute. Il nostro autore ha così riunito, riorganizzato e ricollocato il prezioso materiale documentario e culturale, insieme con l’allora soprintendente Mauro Tosti Croce della Soprintendenza Archivistica e Biblioteconomica del Lazio, che ne ha notificato l’importanza “artistico-coreutica” di quel patrimonio (il 26 febbraio 2016), “dichiarandolo di interesse storico particolarmente importante”.
La documentazione privata si è sommata così con quella pubblica, tratteggiando ampiamente la figura di una donna molto speciale La sua prima passione era stata il teatro, che la portò nelle sue successive esperienze verso la danza, intesa come “scultura” in cui prendeva vita il “gesto” in modo autonomo anche al di là e in assenza della musica.
Per Ruskaja, preparata, seria, colta, intelligente e sensibile, come sottolinea l’autore, la danza era un tutt’uno con la grazia e la bellezza, la poesia e l’educazione all’armonia della donna. E’ lei stessa infatti ad affermare che “la danza come arte è sviluppo più felice della grazia fisica e della sensibilità artistica della fanciulla”.
Ruskaja è stata una “donna che ha segnato la danza italiana del Novecento, con le sue idee coreutiche, le sue danze, le sue teorie, ed infine con la sua volitiva forza di costruire una scuola di danza nazionale”.
Per questo fine ella, “danzatrice e poetessa della danza”, ha lottato per tutta la vita, intrecciando incontri e amicizie e stimolando le sue “signore della danza” che a tutt’oggi ne sentono gli influssi e ne parlano come una insegnante ideale e stimolante. E in effetti, ella stessa diceva che, quando prendeva “sotto la sua ala” un’allieva, desiderava anche forgiarla e non accettava sconfitte, lottando sempre, in modo indefesso, per raggiungere l’obiettivo prefissato.
Ed è così che Bocchino la fa rivivere, attraverso le sue parole, come una vera e propria “sintesi compiuta e inquadrata di varie epoche, di varie razze, di vari temperamenti in contrasto e in accordo al tempo stesso”, dichiarando: “Tutto questo è Jia Ruskaja, la dea danzante”