Quadro raffigurante la battaglia di Montanara
Un film racconterà la storia dell’autore del famoso Burattino
Giuseppe Garbarino
Da sempre l’immaginario collettivo ha inserito Pinocchio, un pezzo di legno elevato a bambino, nel rapporto storico tra cultura e società in quel brillante periodo che fu cavalcato da autori come De Amicis, Salgari, Bertelli. Ognuno con la sua collocazione, tutti superando quel confine secolare delle fiabe che spesso erano usate per incutere terrore e mettere sull’avviso i piccoli di ogni paese e città su cattivi incontri e terribili pene in caso di comportamenti scorretti. In mezzo a questi scrittori emerse, in modo caratteristico e anomalo, un certo Carlo Lorenzini, il quale con il suo Pinocchio, pure affrontando gli stessi argomenti, le difficoltà della vita, i cattivi incontri e il comportarsi male, nonché le bugie seme della sopravvivenza, li sdogana attribuendo gli eventi a chi bambino non è, pur camminando su una strada che lo porterà alla verità della conoscenza, quasi prendendo in prestito aspetti legati alla simbologia massonica tanto radicata in quel periodo storico in Italia.
Disegno caricaturale tratto da Il Lampione, giornale di cui era direttore il Collodi
Ma chi era in realtà Carlo Lorenzini, colui che nel tempo si firmerà con vari pseudonimi, fino a completare il suo percorso letterario con quello di Collodi? La risposta, oltre che da saggi e libri scritti da autori che ne hanno analizzato il percorso biografico, arriverà da un film documentario promosso dalle associazioni Pinocchio a Casa Sua di Firenze e Pinocchio a Pinocchio di San Miniato di Pisa. Ecco quindi che nel documentario sulla vita del Collodi sarà possibile scoprire non solo lo scrittore, ma anche il giornalista, il direttore di quotidiani, il patriota che parte volontario per due guerre di Indipendenza, il dipendente pubblico svogliato e poco interessato al suo lavoro ma, in fin dei conti, a modo suo molto professionale. Il docufilm sarà girato con delle scene di ricostruzione storica legate alla realtà del periodo ottocentesco che va dal 1848, passando poi per il turbinìo che sconvolse Firenze nel momento in cui diventò Capitale d’Italia.
Tra queste scene di ricostruzione una riguarderà proprio la partecipazione alla Prima Guerra di Indipendenza con i volontari Toscani, quando scrive a casa ricordando le minuzie di vita militare alla vigilia della battaglia di Montanara. Firenze, Sesto Fiorentino, San Miniato di Pisa e naturalmente anche Collodi, la località che ospita il famoso parco dedicato a Pinocchio, saranno i luoghi che vedremo nel progetto. Qualcuno potrà dire cosa centra San Miniato di Pisa; ai profani rispondiamo che una frazione con nome Pinocchio è parte della patria del Tartufo Bianco e con questo abbiamo detto tutto. Qui sono previste delle riprese aeree che sapranno valorizzare il legame tra il Burattino e il suo autore. Andrea Faggi ha raccolto la sfida per esordire come regista, forte dall’esperienza di direttore della fotografia, in modo da ripercorrere la vita del Lorenzini grazie alle note scritte dal nipote Paolo, noto come Collodi Nipote (l’autore di Sussi e Biribissi per capirsi…), di Daniela Marcheschi, Piero Bargellini, Rosanna Dedola e non ultimo Vito Costantini.
Caricaura di Carlo Lorenzini eseguita dal Tricca
E’ stato così possibile precisare la biografia del nostro personaggio, i luoghi, gli scritti, le persone che incontrava, i dubbi e le debolezze di una vita romanzata ma poco conosciuta. Gli attori scelti, non a caso, ma dopo aver immaginato un cast tutto fiorentino, parte da Barbara Enrichi che recentemente ha avuto una parte nel Pinocchio di Matteo Garrone, affiancata da Gianmaria Vassallo, Marcello Sbigoli, Aldo Innocenti, Maria Paola Sacchetti, ognuno con la sua caratterizzazione ed esperienza sia teatrale che cinematografica. Le voci di Alessio Nonfanti e Piero Torricelli ci accompagneranno nella vita di indugi di un nostalgico scapolo che trovava nella scrittura la soddisfazione di una vita. Disponibilità ad intervenire sul momento storico in cui è vissuto Carlo Lorenzini, anche il Prof. Gabriele Paolini della Scuola di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” di Firenze. Le scene cercheranno anche di sottolineare i legami storici che Carlo e il fratello Paolo Lorenzini avevano con la famiglia Ginori Lisci e l’antica manifattura di Doccia, oggi attiva con il marchio Ginori 1735, mentre una esperta di letteratura ottocentesca, la Dott.sa Silvia Castelli della Biblioteca Marucelliana sfoglierà dei libri dove i personaggi creati dal Collodi esistevano 30 anni prima che lui scrivesse il famoso Pinocchio, avrà forse copiato? Per ora il mistero rimane!