Di Mariella Morosi
Marina di Pescoluse è una località balneare di grande bellezza, nella provincia di Lecce, definita da molti “Le Maldive del Salento”. Eppure non servono confronti esotici per descriverne il mare cristallino sempre Bandiera Blu, le dune di sabbia finissima punteggiate dai gigli marini o i colori africani dei suoi tramonti. E’ una frazione di Salve, un comune dei Borghi Autentici d’Italia, lungo il tratto di costa ionica tra Torre Pali e Torre Vado. Intorno, le sponde del canale Delli Fani sono terrazzate ad uliveti con lembi di macchia mediterranea in cui prosperano mirto e lentisco. Oltre che per il suo patrimonio di biodiversità, è meta di escursioni naturalistiche in tutte le stagioni per la presenza di suggestivi anfratti e grotte carsiche. La parte paludosa della fascia costiera fu completamente bonificata negli anni Trenta e oggi Marina di Pescoluse si offre come un’affascinante meta turistica, amata ed eletta dagli stessi pugliesi a spiaggia più bella del Salento. Anche i suoi siti archeologici sono importanti e tutti da scoprire.
Monumenti megalitici come dolmen, menhir, specchie e persino una tomba a tumulo di 2.500 anni fa testimoniano la presenza umana fin da tempi remoti. Sembra che ad abitare la grotta di 70 mila anni fa, in località Montani, l’unica preistorica visitabile del Salento, sia stato proprio l’uomo di Neanderthal. Numerose anche le tracce degli insediamenti messapici, visibili presso la Masseria dei Fani, al villaggio di Spigolizzi risalente all’età del bronzo e nella cittadella di Cassandra. Sembra -dice la leggenda- che fosse tanto ricca da possedere un mulino che macinava pepite d’oro. Lungo la costa sono ancora visibili tracce di fortificazioni erette a difesa dagli assalti dal mare di turchi e saraceni. Suggestiva Torre Pali, che emerge dall’acqua, costruita dagli Spagnoli nel Cinquecento, insieme a molte altre lungo la costa. I fuochi accesi sulle torri avvertivano la popolazione del pericolo di sbarchi. Per una guida completa e competente del territorio sono a disposizione gli esperti della Associazione Arches.
L’accesso al mare e quindi ai commerci, oltre al territorio vocato alla produzione di vino e olio, fece di Salve e dintorni una meta ambita dai potenti e dalle dinastie nobiliari fin dal Medioevo. Soprattutto l’olio portava ricchezza, il “lampante”, quello che serviva per alimentare lampade e lampioni quando l’elettricità era molto al di là da venire. Via nave enormi carichi venivano esportati in tutt’Europa. Tra i frantoi ipogei, bellissimo quello detto “Le Trappite”. I proventi dei commerci venivano usati anche per arricchire di decorazioni sfarzose le chiese e i palazzi, spesso affrescati dai maggiori artisti dell’epoca. Se ne vedono esempi notevoli anche in altre località come Presicce, Alessano, Morciano e Santa Maria di Leuca, l’estremo lembo dove gli antichi pensavano che finisse il mondo. Ma le piccole e grandi chiese, tutte costruite con la bianca pietra leccese, testimoniano soprattutto la devozione della gente di Puglia. Ancora percorsa è la Via dei Pellegrinaggi, dal Santuario di Santa Marina di Ruggiano a Santa Maria de Finibus Terrae di Leuca.
La devozione è anche nello stemma di Salve: una colomba bianca con un ramoscello d’ulivo nel becco. Meritano una visita la sua Chiesa Madre di impianto medievale, distrutta da un terremoto nel Settecento e poi ricostruita. Il suo prezioso organo è ancora perfettamente funzionante e suonato in occasione di concerti. Notevoli e ricche anche le costruzioni civili, come Palazzo Ceuli, Palazzo Montano con la torre cinquecentesca. Emozioni garantite da Torre Pali a Posto Vecchio visitando le masserie storiche, tra muretti a secco e pagghiare, le costruzioni rurali per gli attrezzi agricoli. Il borgo originario di Salve comprendente sette strade parallele, si è ampliato nel tempo e l’offerta turistica è aperta ad ogni esigenza con case in affitto, bed&breakfast, alberghi e modesti locali a gestione familiare. Il risultato è che il visitatore si sente davvero a casa, con un rapporto diretto con la gente del luogo. Se a stupire al primo impatto è la bellezza del mare e delle spiagge, colpisce il senso di ospitalità della popolazione e la funzionalità delle attrezzature ricettive.
Per iniziativa delle istituzioni comunali guidate dal sindaco di Salve, Vincenzo Passaseo, tutte le aziende turistiche, piccole e grandi, si sono associate in “Salveturismo” per una accoglienza ottimale. La finalità comune ha creato un valore aggiunto che continua a ottenere il gradimento dei visitatori italiani e stranieri. Il progetto associativo coinvolge anche i giovani con idee innovative, con uno speciale Laboratorio Urbano Giovanile. Coinvolto anche il settore della ristorazione, impegnato a promuovere l’agroalimentare locale con ricette di tradizione. Si dice che nel Salento l’Oriente e l’Occidente si fondono. Lo esprime la cultura poliedrica dei suoi abitanti ed è nello sguardo della statua lignea di San Nicola, venerato anche a Salve che gli dedica una grande festa a maggio. Gli occhi del Santo sono infatti di diverso colore, uno verde e l’altro azzurro. Significherebbe che qui i due poli diversi sanno fondersi in una sola anima.