Testo di Pamela McCourt Francescone
Foto di Pamela McCourt Francescone e Archivio
Panama è molte cose che non ti aspetti. E’ un Paese bellissimo, conosciuto come il Crocevia del Mondo, ma quello che sorprende sono i suoi infiniti e intriganti contrasti – isole tropicali e montagne vulcaniche, foreste pluviali lussureggianti e spiagge dorate, deliziose cittadine caraibiche e pacifiche, e Panama City, l’unica metropoli futuristica del Centro America.
Con una popolazione di 3.5 milioni di abitanti, Panama, il più meridionale dei sette paesi centro-americani, è un crogiuolo di razze, mestizos, neri, bianchi, cinesi, medio-orientali ed etnie indigene come i Kuna, gli Embera e i Guaymi, testimoni della storia di questo Paese che subì una svolta drammatica nel 1500 con l’inizio della dominazione spagnola.
Fu l’esploratore spagnoloVasco Nuñez de Balboail primo europeo a vedere l’oceano Pacifico. Avendo attraversato Panama nel 1513,rivendicò per la corona spagnola il Pacifico e tutti i territori ad esso attigui. Poco dopo iConquistadoresarrivarono gli inglesi, i francesi e gli olandesi, avanzando pretese sul territorio e sul tesoro accumulato dall’Invincibile Armada. Nel 1821 Panama ruppe con la Spagna per allearsi con l’emergente Repubblica della Colombia e fu solo nel 1903 che divenne uno stato indipendente.
L’idea di passare una giornata intera a tu per tu con un canale potrebbe non piacere a tutti. Invece navigare sul Lago Gatun, lo specchio d’acqua artificiale che forma la parte centrale del canale – ben 33 degli 82 kilometri totali da oceano a oceano – per godere la sua natura splendida, e poi recarsi al Miraflores Lock per scoprire il funzionamento delle chiuse, si rivela un’esperienza affascinante e memorabile.
I lavori sul canale iniziarono nel 1880 ma Ferdinand de Lesseps, l’ingegnere francese che aveva già costruito il Canale di Suez, si trovò presto in difficoltà finanziarie e tecniche e fu costretto a gettare la spugna, e fu solo nel 1914 che gli Americani completarono la grande opera.
Per capire l’importanza di questa via d’acqua, che collega l’Atlantico con il Pacifico, basti pensare che ancora oggi è il Canale di Panama a dettare le dimensioni delle grandi navi. Le navi fuori misura, cioè troppo grandi per passare le chiuse sul canale, sono obbligate a doppiare Capo Horn, il punto più settentrionale del continente sud-americano, con un notevole dispendio di soldi e tempo. E le chiuse servono perché il Lago Gatun si trova 26 metri al di sopra del livello degli oceani e quindi le navi sono obbligate ad alzarsi e abbassarsi più volte per passare da un oceano all’altro.
Insolitamente i comandanti cedono il comando delle loro navi ai Canal Captains che con somma destrezza le guidano lungo il canale. Molte delle 14.000 navi che attraversano il Canale di Panama ogni anno – soprattutto le grandi navi da crociera e quelle container – passano attraverso le pesanti porte delle chiuse con appena un metro e mezzo di spazio per lato. Sono le porte originali e oggi, come in passato, si aprono e si chiudono con la precisione di un orologio svizzero. Affascinante osservare queste manovre al Miraflores Lock dove c’è anche un piccolo museo e un ottimo ristorante con grandi finestre che permettono di seguire le intricate operazioni che si susseguono alla chiusa comodamente seduti a tavola.
Un altro modo per avvicinarsi al canale è il Panama Canal Railway, il primo treno trans-continentale, costruito nel 1855. In soli 90 minuti, partendo da Panama City sulla costa Pacifica, si arriva a Colon sull’Atlantico, avendo attraversato la splendida foresta pluviale panamense e costeggiato il canale.
Panama City è un microcosmo che rispecchia i contrasti del Panama. Da un lato della Puente de las Americasuna foresta di grattacieli futuristici, quasi tutti costruiti negli ultimi 15 anni. E dall’altro lato, l’insediamento originale, il Casco Viejo coloniale, il vecchio quartiere che risale al XI secolo ed è un sito UNESCO attualmente in fase di rifacimento. Gallerie d’arte, bar modaioli, boutique e ristoranti stanno spuntando come funghi lungo le vecchie strade acciottolate, in concorrenza con i grandi viali del centro come Avenida Balboa, Plaza Cinco de Mayo e Avenida Central.
C’è da augurarsi che man mano che il quartiere rinasce ai residenti venga data la possibilità di rimanere nelle loro case coloniali e Art Deco. Costringerli ad andare via in nome del progresso farebbe perdere allo storico quartiere, che comprende la Plaza de la Independencia con la Cattedrale Metropolitana, il suo fascino e la sua anima.
Panama è un paradiso naturale, con spiagge mozzafiato, isole coralline, vulcani, foreste pluviali e una ricca diversità di flora e fauna. Divertente scoprire El Valle de Anton, un parco nei pressi di Panama City nel cratere di un vulcano spento, da una zipline che sfreccia attraverso la vegetazione tropicale. L’arcipelago di San Blas culla dell’affascinante cultura Kuna, vanta acque cristalline e oltre 400 isole caraibiche. Mentre sulla Costa Pacifica i fondali delle Pearl Islands sono un paradiso per gli amanti delle immersioni e per il whale watching. Ma le spiagge più gettonate sono a Bocas de Toro, la seconda attrazione del Paese dopo il Canale, una sonnolente cittadina caraibica sull’Isla Colon con acque turchine, una splendida barriera corallina e spiagge bellissime come Coral Cay, Red Frog Beach, Starfish Beach and Boca del Drago.
La danza nazionale è il Tamborito che viene ballato da sei o più coppie che recitano corteggiamenti romantici mentre una cantante canta brevi poemi armonici che gli uomini accompagnano con le mani e con tamburi tradizionali. L’elegante vestito indossato dalle donne si chiama la pollera. Di cotone bianco è riccamente ricamato con motivi di fiori, frutta e uccelli, pizzi e merletti. Copricapi elaborati, fiori e gioielli tradizionali completano il costume che giustamente viene considerato un tesoro nazionale, e mentre le danzatrici volteggiano e piroettano si rimane incantati dagli svolazzamenti vertiginosi della pollera.
La specialità gastronomica più rinomata del Panama è il Sancocho, uno stufato di carne e verdure, mentre lungo le coste il pesce viene servito in tanti modi diversi, anche se la ricetta più gustosa è senz’altro il ceviche, un cocktail di pesce, gamberi, pomodoro e cipolla tagliati a dadini, marinati in succo di lime e serviti con croccanti chips di tortilla.