NELLE COLLEZIONI DI PALAZZO PRETORIO E DELLA FONDAZIONE DE VITO al Museo di Palazzo Pretorio a Prato.
Piazza del Comune di Prato.
(fino al 13 aprile 2020)
Di Luisa Chiumenti
Promossa dal Comune di Prato è stata allestita nelle sale del Museo di Palazzo Pretorio la mostra dal titolo “ Il Seicento napoletano nelle Collezioni del Palazzo Pretorio e della Fondazione De Vito”. Fortemente voluta dalla Fondazione De Vito con la collaborazione dell’Opificio delle Pietre Dure, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, la mostra è stata affidata alla prestigiosa curatela di Nadia Bastogi direttrice scientifica della Fondazione De Vito e Rita Iacopino direttrice scientifica del Museo di Palazzo Pretorio. La mostra è nata dalla volontà della Fondazione di mettere assieme due patrimoni e due percorsi di ricerca che sono stati portati avanti dagli studiosi con grande passione e abnegazione, sostenuti e accompagnati dalla Soprintendenza, percorsi che hanno portato a interessanti approfondimenti dei valori insiti in ciascuna delle due collezioni. Il Palazzo Pretorio ha così presentato un collezionismo molto colto, sottolineando l’importanza del collezionare per offrire ai giovani studiosi l’occasione per affrontare tematiche particolari in quanto la Fondazione è convinta del fatto che ancor più dell’opera in sé abbia importanza lo studio dell’opera stessa, e l’indagine su quello che l’opera è in grado di “trasmettere”.
E’così che il Presidente della Fondazione con le curatrici ha voluto mettere a fuoco tematiche molto complesse con cui far conoscere al grande pubblico due collezioni estremamente importanti mai esposte, ma assai valide per esplorare nuove prospettive di conoscenza. Nella introduzione allo Statuto della Fondazione si legge appunto come l’obiettivo sia stato quello di mettere tutto il materiale a disposizione dello studioso: anche le ricerche personali del Collezionista come le indagini geografiche o tutti gli studi d’archivio. Il percorso espositivo vuole raccontare quale sia stato il forte impatto della pittura di Caravaggio su alcuni personaggi di rilevante spessore artistico che hanno caratterizzato lo sviluppo della pittura partenopea nel XVII secolo. Ed ecco, fra gli artisti del “dopo Caravaggio” possiamo fermarci ad esempio nella sala che accoglie Mattia Preti, protagonista della scena artistica partenopea e potremo ammirare il “Ripudio di Agar “(1635) facente parte della Collezione di Palazzo Pretorio e la “Scena di carità con tre fanciulli” (1656 c.) o la “Deposizione di Cristo dalla Croce “ (1675 c.) o il bozzetto con San Marco Evangelista (1651 c.) della Collezione Fondazione De Vito.
Rinviando quindi il pubblico a visitare la mostra così particolare, anche con l’ausilio del prezioso Catalogo (ed. Claudio Martini), vorremmo ancora segnalare quanto ha sottolineato il Presidente della Fondazione Giancarlo Lo Schiavo, nella introduzione al Catalogo stesso: “Sono grato al Comune di Prato ed al Museo di Palazzo Pretorio per la straordinaria opportunità di presentare al pubblico, per la prima volta, alcuni significativi dipinti della Fondazione De Vito. Il confronto tra alcune opere di matrice napoletana del Museo e le sedici tele della collezione ispirano certamente spunti e considerazioni di estremo interesse non solo per gli studiosi ma anche per il grande pubblico. I rapporti tra l’antico collezionismo pratese e quello contemporaneo dell’ingegnere De Vito appaiono evidenti in quanto ispirati entrambi dalle comuni tematiche e da una particolare attenzione alla qualità delle opere, così come significativamente puntualizzato nei vari saggi che compongono il pregevole catalogo della mostra”.