TOULOUSE
Viaggio a Tolosa, Albi e Moissac…. Nel “Paese della Cuccagna”
Testo di Luisa Chiumenti
Tolosa, capoluogo della regione Midi Pirenei e “porta settentrionale dei Pirenei” è una città piena di vita, già capitale della Linguadoca, oggi al quarto posto nella graduatoria delle città medie di Francia. Si estende su una vasta pianura sottolineata dal corso della Garonna e vive nel suo fervido sviluppo attuale, animata e cosmopolita, tutti i contrasti tipici di un difficile accordo fra passato e presente. Ma nel suo centro storico gli eleganti palazzi rinascimentali e le chiese romaniche cercano armonia, con i tipici mattoni dal bel colore rosato, con i moderni quartieri, le fabbriche di aeroplani (si pensi al Caravelle, al Concorde, e poi anche l’Airbus qui costruiti), i campus universitari e i centri scientifici, dall’elettronica alle varie tecnologie moderne. La vecchia Tolosa si incentra su Place du Capitole, laddove una croce occitanica in bronzo che rappresenta l’emblema della città è stata incastonata al centro, con orgoglio, sul pavimento della piazza che brulica di gente fino a tardi e che deve il suo nome al Capitole, il Municipio.
TOULOUSE
La maestosa facciata del Capitole, dove i consoli, eletti dalla borghesia, si riunivano per governare la città, alterna elegantemente i colori della pietra, dei mattoni, e del marmo, bell’esempio di architettura urbana settecentesca. Nel cortile, sopra il portale rinascimentale si erge una delle rare statue di Enrico IV realizzata quando era in vita, nel 1607. E se le sale di rappresentanza del primo piano straordinariamente decorate, ci portano nella grande “Storia”, ecco che, nella piazza, fra i numerosissimi locali, siamo gioiosamente accolti da un continuo “viavai internazionale”, specie sotto i portici ottocenteschi, dove si aprono i dehors dei caffè, dal Grand Café Albert al Café des Arcades, al Bibent. Un fervore cosmopolita che rende vivacissima l’atmosfera che anima la piazza in ogni ora del giorno e in quasi tutte le stagioni. In particolare notiamo il ristorante “Le Bibent” che offre piatti prelibati, serviti con grande classe, nel suo nuovo restyling che mostra all’interno una bella combinazione di storia e design raffinato ed elegante, in un ambiente che è sempre stato punto d’incontro molto frequentato a Tolosa e che oggi i recenti restauri hanno di nuovo esaltato in un insieme davvero affascinante. Al bordo della piazza ecco si intravede anche “Le Grand Balcon”, l’ hotel a 5 stelle situato a 100 metri da Place du Capitole, con la metropolitana Capitole e le Galeries Lafayette rispettivamente a 3 e 5 minuti di cammino. La sua caratteristica più saliente è quella di vantare un affascinante arredamento anni ’30 a tema aeronautico.
TOULOUSE
Ma dove bere qualcosa anche in altri quartieri? Ecco il..”Bar du Matin”, situato di fronte al parcheggio sospeso in cemento della Place des Carmes, sempre pieno di intellettuali immersi nella lettura del giornale, abitanti del quartiere, giovani trendy e vecchi clienti che si ritrovano ogni mattina, per parlare dei fatti del giorno, ma anche di arte e di filosofia.Tolosa comunque va colta nella sua gioiosa vitalità, a mano a mano, passeggiando a piedi, attraverso i suoi vecchi quartieri e i suoi vicoli pedonali. Appaiono così i bei cortili rinascimentali, facenti parte di un patrimonio architettonico classico, ma anche gli antichi edifici industriali ristrutturati e le numerose vetrine per lo shopping di vario genere. E spostandoci poi verso il “Quartiere latino” eccoci alla Rue du Taur, ai cybercaffè e ai fastfood frequentati dai numerosissimi studenti dell’antica università tolosana, delle cui origini (XIII secolo) restano il collegio dell’Esquille, con il bel portale di pietra che si affaccia sulla Rue du Taur, dell’architetto Nicholas Bachelier.
MOISSAC
Ma se un altro tripudio architettonico si scorge nella basilica di Saint-Sernin, capolavoro dell’arte romanica, ecco sul lungofiume, la Prairie des Filtres, il parco più vissuto dai Tolosani : per passeggiare o pescare o imbarcarsi per un bel giro sulla Garonne. Attraversata poi la Garonne si può scoprire il quartiere Saint-Cyprien, un villaggio con le sue piazze come quella dell’Estrapade, i suoi mercati coperti in ferro e vetro e i suoi stretti vicoli. E proprio a Tolosa, alcuni anni or sono, un Convegno ha riportato alla luce un elemento di grande interesse per quanto attiene alla possibilità di usufruire delle capacità coloranti di un vegetale, che fino al secolo XVIII veniva usato con grande successo per materiali d’arredamento ed anche ad uso dei più raffinati costumisti e stilistSi tratta di un materiale certamente molto antico se viene riportato anche nei diari dei pellegrini che, attraversando questo territorio e puntando sul meraviglioso centro monastico di Moissac, tappa di quel cammino, si recavano a Santiago di Compostela, i quali vedevano in esso un vero e proprio “mito” , esprimendosi con frasi di questo tipo:..” ho potuto visitare personalmente le terre del “Paese della Cuccagna”!”
MOISSAC
Siamo nei pressi di Albi, l’affascinante “Città episcopale”, iscritta nell’elenco dei Siti Patrimonio dell’Umanità, nel cui territorio tuttora si coltiva quest’erba speciale, una piccola pianta, la “isatis tintoria” le cui foglie, seccate e lavorate, dopo un lungo periodo e vari procedimenti, sono in grado di dare l’intenso colore “blu di pastel”, che nel Rinascimento fece appunto di Albi una città ricchissima esportando tessuti trattati con il “pastel”, il miscuglio (denominato appunto “cocagne”), ricavato da quell’erba, che dava al materiale un bellissimo colore blu intenso. Da qui il nome di “Paese della cuccagna” dato a quel territorio che veniva presto indicato quale “triangolo d’oro”, compreso fra Albi, Tolosa e Carcassonne, in cui, nel XVI secolo, fiorì il commercio del pastel, considerato il migliore di Europa, esportato ovunque e ricercato soprattutto dalle corti rinascimentali per tingere le stoffe regali. Tolosa si impose particolarmente come cuore del traffico, approvvigionando di “guado” tutta l’Europa. Vi si installarono tutti quelli che sarebbero diventati i più celebri “commercianti” tintori della storia, accumulando fortune straordinarie e costruendovi castelli e palazzi finché le guerre di Religione da un lato e l’arrivo dell’indaco importato dalle Indie, dall’altro, non fecero cadere il sud tolosano nel declino.
ALBI
Castelli come quelli di Montgeard e Fajac de la Relenque, o di Magrin, dove si trova il museo del Pastel, oppure i centri di Lavaur, Gaillac e Albi, dove nel 1864 nacque il pittore Henri Toulouse-Lautrec, sulle rive del Tarn, sono alcune delle località più note in un itinerario attraverso questa produzione così particolare. Oggi a Lectoure, piccolo centro del sud-ovest, il pastel è tornato di moda e continua ad essere estratto artigianalmente per tingere lane e foulard di seta. Esiste anche la “Strada storica del Pastel” nel Paese della Cuccagna: 200 chilometri in 19 tappe che è possibile ripercorrere toccando i centri più importanti della storia del Pastel e gli hotel particuliers. Soprattutto a Tolosa, a testimonianza dei tempi d’oro, sono rimasti 20 “hotels pasteliers”, esempio unico in Francia di edifici con torri di mattoni rosa e sculture in pietra bianca che arricchiscono le strade antiche. Nel “Paese della Cuccagna”, il paesaggio incantevole e le storiche architetture si fondono in un’atmosfera irreale, lontana nel tempo, in cui difficilmente si inserisce la contemporaneità, ma è la storia stessa che sa farsi attualità coinvolgendo il visitatore quando innalza gli occhi verso il culmine della cattedrale di Albi o segue il percorso del fiume Turn, che si segue dall’alto del giardino lussureggiante che avvolge il Museo di Toulouse Lautrec.
ALBI
E una cena, in una sera d’estate, al tramonto vi può accogliere al Ristorante “Le Parvis”, situato sulla Place Sainte-Cecile, nei pressi della Cattedrale di Albi. Inserito in una dimora degli anni ’30, ne mantiene l’atmosfera di abitazione privata, ma, sia con i vari menu sia “à la carte”, la raffinatezza del ristorante potrà offrire anche agli ospiti più esigenti le specialità più tradizionali, molto ben presentate da uno staff gentile e preparato, che, collaborando con la proprietaria e sua figlia, aiuta nella scelta dei vari piatti della cucina francese. E un lieve sottofondo musicale si può apprezzare, sotto gli ultimi raggi del sole al tramonto, dalla terrazza panoramica che accoglie gli ospiti in estate. Da qui lo sguardo spazia dalla maestosa cattedrale che svetta verso il cielo alle tipiche vivacissime stradine. E che dire del raffinatissimo Ristorante L’Esprit du Vin, situato nel cuore storico di Albi, recentemente indicato come Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO? Il locale è oggi un punto di riferimento gastronomico mozzafiato e inevitabile. La cucina gourmet, che unisce gusto e originalità, è offerta in due stanze, una più intima e contemporanea, l’altra una tradizionale cantina con soffitto a volta in mattoni. Notevole anche i locali di David Enjalran, il quale, tornato nella sua città natale lasciata da bambino, ha realizzato ad Albi il sogno di esperienze gastronomiche che volle installare dal 2004 nelle ex scuderie lungo le banchine vecchie della città episcopale. www.franceguide.com
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