di Luisa Chiumenti
Agile e di piacevole lettura il testo di Rocca ha tuttavia ha saputo rivoluzionare gli studi sul parco bomarzese. Di fronte al Bosco Sacro di Bomarzo il visitatore si trova immerso in un luogo strano e curioso e subito se ne chiede i significati più profondi, al di là di quello semplicemente simbolico. Il libro di Antonio Rocca con rigore scientifico e sulla base di accurate indagini documentarie, mette in evidenza come il “bosco” sia scaturito da una rigorosa struttura fondata su cognizioni e deduzioni esoteriche e misteriche di cui il lettore attento, coglie le dimostrazioni di carattere logico-filologico esposte pur sempre con un linguaggio piano ed esauriente. Il lavoro di Rocca quindi si presenta come una corretta e innovativa interpretazione del processo filosofico artistico che ha dato vita ad un complesso ambientale, architettonico artistico così particolare progettato da Vicino Orsini sulla base di sperimentazioni e ricerche tecniche nell’area che va verso il “monstrum”, il mostruoso, sì, ma non nel senso banale della parola, ma in quel filone artistico in cui si possono inserire le elaborazioni spesso presenti nell’arte (basti pensare a Goya).