Salalah, il capoluogo della regione meridionale della Penisola Araba, si sviluppa attraverso un continuo alternarsi di costruzioni moderne e tradizionali su i due lati di una fascia di terreno dedicato all’agricoltura, parallela alla bellissima spiaggia che si estende per lungo tutto l’arco urbano.
Le piogge monsoniche che bagnano la pianura di Salalah durante la stagione estiva e la ricca faglia freatica che scorre nel sottosuolo dalle montagne fino alla costa, favoriscono un’agricoltura ricca e varia con influenze indiane ed africane.
E’ sorprendente il contrasto tra il clima iperarido del nord del paese, dove i colori dominanti coprono tutta la gamma tra il giallo ed il viola, ed il sud, dove la catena montuosa alle spalle della pianura di Salalah cattura le piogge e l’umidità portata dal monsone di sudovest favorendo una vegetazione lussureggiante che richiama alla mente le giungle del subcontinente indiano.
In questa terra di mezzo, tra il fruscio delle fronde ed il profumo dei gelsomini, le leggende si trasformano in storie da raccontare al viaggiatore attento.
Ancora si racconta da queste parti e si tramanda di generazione in generazione che un amato e rispettato re del Kerala che rispondeva al nome di Charaman Perumal, una bella sera di luna piena, mentre passeggiava con sua moglie nel giardino del palazzo assistette ad un fenomeno inspiegabile: la faccia luminosa della luna si divise in due metà, una metà si nascose dietro le montagne e l’altra si tuffò tra le onde del mare.
Allibito e timoroso di essere vittima di un’allucinazione Cheraman chiese alla moglie se anche lei avesse visto il medesimo inspiegabile fenomeno ed, avutane conferma, comandò ai suoi astronomi di annotare data ed ora e fornire una spiegazione scientifica. Gli astronomi, non essendo in grado di fornire nessuna spiegazione, si scatenarono per cercare di scoprire almeno se il fenomeno fosse stato osservato anche a latitudini diverse.
Tutti i marinai delle numerose imbarcazioni mercantili che attraccavano ai porti del Kerala vennero interrogati ed immancabilmente tutti risposero di aver visto la grande luna piena dividersi in due ma di non saperne dare una spiegazione. Fino a che arrivo’ una nave proveniente dal porto di Jeddah, in prossimita’ della Mecca.
Tutto l’equipaggio venne interrogato dagli astrologi del re e tutti raccontarono senza esitare che la divisione della luna era stato un miracolo fatto dal profeta Maometto per dimostrare al popolo dei Quraish che egli era il profeta inviato dal solo ed unico vero dio.
Venuto a conoscenza di questa spiegazione Charaman decise di partire con la nave di mercanti di ritorno a Jeddah per andare a conoscere questo profeta in grado di fare miracoli. Charaman era un uomo saggio e giusto che aveva fatto della sua saggezza la ricchezza della sua gente e del suo paese.
Desiderando portare un regalo da offrire al profeta si consigliò con sua moglie: non voleva portare qualcosa di grande valore economico, ma qualcosa di intrinsecamente prezioso che rappresentasse lui e la sua terra, così sua moglie preparò con le sue mani un vaso pieno di chutney, frutta e verdura speziate e marinate alla maniera sud indiana poichè niente è più prezioso del cibo e niente avvicina di più del mangiare insieme.
Così il re del Kerala si imbarcò sulla nave araba, insieme ad uno dei suoi figli ed un consigliere, verso la terra di un profeta sconosciuto che predicava la legge di un unico dio per tutti gli uomini.
Una volta arrivato a Mecca Charamal incontrò Maometto e gli offrì il dono preparato dalla sua regina. Il profeta capì immediatamente il grande valore di tale dono e lo condivise con i suoi seguaci più vicini, i puri sufi, e la sua famiglia, in un atto di comunione.
Parlarono Charaman ed il profeta, non si sa in quale lingua, forse il linguaggio senza grammatica di chi cerca una spiegazione e vuole veramente capire ciò che lo circonda. Parlarono per molti giorni, Charaman si convertì alla religione del profeta nella quale tutti gli uomini erano uguali davanti agli occhi di un solo dio ed il profeta lo chiamò con il nome arabo di Thajuddin “corona della fede”.
Sulla via del ritorno Charaman-Thajuddin si ammalò gravemente e sentendosi prossimo alla morte, nella città di Salalah, raccomandò al figlio il suo popolo e, poichè non poteva ritornare alla sua terra, il Kerala, pregò dio di portare la sua terra fino a Salalah affinchè potesse essere sepolto all’ombra dei bellissimi fiori di banano.
I viaggi di Al Fawaz tours vi porteranno tra le piantagioni del Dhofar raccontandovi le storie e leggende che si nascondono dietro le grandi foglie di papaie e banane.