Negli spazi suggestivi dell’Istituto Giapponese di cultura, il bell’edificio tipicamente giapponese che noi studenti della Facoltà di Architettura Valle Giulia abbiamo visto sorgere negli anni’60, nel bel Parco sottostante, si sono succedute nel tempo affascinanti esposizioni che a mano a mano hanno svelato al grande pubblico le immagini più nascoste della storia e della civiltà nipponica.
Ed ecco ora in mostra all’Istituto Giapponese di cultura in Roma, l’abito ben noto per le sue capacità di donare autentica bellezza al corpo femminile, con il suo taglio particolare, che fascia, valorizza e rende fantasioso e in certo modo fuori dal tempo ogni personaggio più noto o più umile, che lo indossi: il kimono appunto.
L’esposizione, curata da Yurina Tsurui e Maria Cristina Gasperini e organizzata dalla Japan Foundation in collaborazione con il Museo della Civiltà e scuole ikebana Ikenobo, Ohara e Sogetsu, si articola in una selezione di kimono della fine dell’Ottocento e dei primi del Novecento che ”si prefigge” (come è descritto nella presentazione), “non solo di rendere omaggio all’ineffabile estetica degli abiti ma anche alla ricchezza dell’apparato decorativo, che attinge dalla cultura nipponica spaziando dal contesto religioso a quello letterario a quello sociale”.
E in tal senso si coglie bene anche il significato del sottotitolo della mostra: Kimono: ovvero “l’arte di indossare storie” e Lydia Manavello, la collezionista che presenta in mostra la sua raccolta, lo definisce “un’avventura inebriante”.
E’ stata infatti la sua grande passione per il Giappone e per la sua grande e raffinata cultura, che la condusse, circa quindici anni or sono, a dare l’avvio a quella preziosa collezione con un gruppo di kimono di inizio Novecento, rendendosi conto del fatto che stava occupandosi in realtà di “piccoli pezzi di storia” perché, oltre a documentare le varie tipologie che si sono succedute nel tempo, quale storica dell’arte, la collezionista ne ha realizzato anche una certa classificazione storica. Così in particolare il periodo storico cui appartengono i pezzi esposti, si articola fra gli anni ‘20 e i ’40 del XX secolo, dalla grande avanzata del Giappone come superpotenza prima asiatica e poi mondiale, ai prodromi della Seconda Guerra Mondiale, fino a quell’epoca in cui il Giappone, influenzato dilaga nell’Europa del Japonisme”.
La collezione è costituita da un notevole numero di kimono, e poi anche da calzature, accessori per capelli, borse, bambole, testimoni tutti dell’altissimo livello delle arti applicate, e della grande qualità dei materiali, in particolare i tessuti dai colori a volte incredibilmente fascinosi e smaglianti, altre volte più tenui e armoniosamente combinati fra loro.
Si assiste così alla rappresentazione di quella che è stata “la vitalità, l’ironia, la creatività di un nuovo Giappone che però non dimentica l’attaccamento ai temi più intimamente legati alla cultura tradizionale.”
Ricordiamo che l’allestimento è stato realizzato da Nobushige Akiyama e le foto portano la firma di Mario Boccia.
Per informazioni:
jfroma
Testo di Luisa Chiumenti