Una mostra di Manuel Felisi alla Galleria Russo
Via Alibert, 20 – Roma
(fino al 15 novembre 2018)
di Luisa Chiumenti
Come si entra in Galleria (la centralissima Galleria Russo in via Alibert a Roma), si è colpiti dalla magica rappresentazione ripetuta e magnificata dei fitti alberi resi vivissimi, in mille modi, dalle opere di Manuel Felisi. Essi infatti, con i loro rami si incrociano, si aprono, si distendono nelle sue grandi tele, privilegiando il colore azzurro, nelle sue varie tonalità più o meno intense, sfumate e avvolgenti.
Di formazione “classica”, come afferma il giovane artista, con liceo artistico e Accademia alle spalle, Felisi vive e lavora a Milano; “Amo il bello, adoro l’estetica”: sono parole dell’artista …” e il rischio è sempre quello di essere eccessivamente decorativo”. Ma, come nota il curatore della mostra, Maurizio Vanni, “potremmo affermare che sia la pittura la parte decorativa delle sue composizioni nelle quali i fondi articolati dalle sovrapposizioni materiche hanno il compito, oltre quello di creare lo spazio ideale per ospitare l’immagine fotografica, di annullare il concetto tradizionale di tempo.” I rami degli alberi sembrano colloquiare e prendono vigore e consistenza proprio da quel particolare sfondo su cui la luce gioca un ruolo così importante da conferire quasi un ideale moto centripeto a quelle stesse fronde.
I materiali ritrovati nei vecchi contenitori dei ricordi e dei manufatti lasciati dalla Nonna, stimolando la fantasia dell’artista hanno dato vita a significative installazioni, in cui gli elementi offerti dalla memoria vengono contaminati non solo dalla luce, ma anche dalla cenere e a volte persino dall’acqua. Così pure, come nota sempre il curatore, “Le fantasie di stoffe che rendono bizzarri i contenitori trasparenti che le contengono, si trasformano in strisce che saranno apposte sui pannelli lignei. Saranno le immagini fotografiche stampate in assenza di bianco, a chiudere una composizione destinata a uscire da ogni schema convenzionale percettivo. “
Attraverso la pittura, la fotografia, e le varie tecniche dell’installazione si evolve spontaneamente la creatività di Felisi che si esplicita soprattutto sul concetto del “Tempo” innestato non tanto sulla “nostalgia”, ma sulle emozioni che in modo continuativo suscitano in lui i contatti con i materiali che fanno da sfondo al nostro “vivere”.
La mostra si avvale anche di un bel Catalogo, edito da Manfredi edizioni e curato da Maurizio Vanni.
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