Un vero crogiuolo di mitologia e storia, di potere e fasto: Creta. Qui, in una grotta ancora visibile nel pittoresco villaggio di Psihrò, Rea partorì Zeus, il re di tutti gli dei. Qui visse relegato nel mitico labirinto il Minotauro, metà uomo e metà toro, frutto dell’amore funesto di Pasifae, moglie dell’ultimo Minosse. Qui, nel 2800 a.C., fioriva una delle più imponenti civiltà che il mondo abbia mai conosciuto: l’era minoica, così detta dal re Minosse, fondatore di una lunga dinastia. Lo sfarzo ostentato dalla sua corte era l’espressione di un potere grandiosamente costruito attraverso i secoli. Nacquero splendidi palazzi come quello di Cnosso, il fulcro politico dell’isola, e quelli di Festo, di Màlia e di Agìa Triàda, tracce ancora vivide di una vita lussuosa ed evoluta. Cnosso era il centro palpitante dell’epoca minoica e sede del re Minosse.
In gran parte ricostruita, secondo gli studi archeologici, l’intera struttura della città: la Strada reale, il Piccolo Palazzo, le ville minoiche con le tipiche colonne di un bel rosso pompeiano, il Caravan serraglio, la Villa reale, il magazzino dei vasi e tutto il resto. Da Cnosso, si può attraversare l’interno dell’isola, un paesaggio collinare disseminato da una miriade di chiesette ortodosse e monasteri, e in breve raggiungere le rovine di Gòrtina, già capitale della provincia romana di Creta. Qui è la basilica di Agios Titos, che accoglie l’anfiteatro e il portico coperto, sulle cui mura sono incise le antiche “Leggi di Gòrtina”. Questa è una zona densa di archeologia: a pochi chilometri da Gòrtina, su un’altura sorge l’imponente palazzo minoico di Festo, fatto edificare, secondo la mitologia, da Radamanto, figlio di Zeus, e la residenza estiva del re di Festo, Agìa Triàda.
Non solo storia, Creta è fonte di innumerevoli spunti, per la sua natura che cambia ad ogni tratto. Per conoscere l’isola, si potrebbe far base ad Iràklio, tra l’altro sede dell’aeroporto. Il punto strategico della città è sicuramente la piazza Venizèlou, centro vivacemente mondano i cui numerosi caffè alla moda trasformano le strade in un salotto. Ma Iràklio vive la sua fama grazie ai pregevoli reperti archeologici di tutta Creta, dal Neolitico al periodo greco romano, e soprattutto della civiltà minoica, conservati nel grandioso Museo. Da Iràklio, si può raggiungere, ad Ovest, Réthimno, scegliendo il percorso interno che sfiora Moni Arkàdi, il monastero piu’ celebre di Creta, fondato nel secondo periodo bizantino. Fu uno dei grandi centri culturali greci durante il Rinascimento cretese. Un’ala è ancora abitata dai monaci i quali dispongono di alcune stanze per i viandanti. Réthimno esprime un diffuso gusto architettonico di epoca veneziana e turca, e mostra imponenti strutture monumentali come la Fortezza, i bastioni, la porta di cinta e la Loggia.
Tracce dell’occupazione ottomana sono le bellissime moschee della città e le caratteristiche case con finestra a veranda di legno. Da Réthimno, ci si può spingere ancora verso sud fino ad Agios Pàvlos. Un precipizio che toglie il respiro apre lo sguardo su due spiagge gemelle separate da una sorprendente roccia a scisti allineati a spina di pesce. Su questo privilegiato tratto di costa, si affaccia imperioso Moni Préveli, altro notevole monastero cretese che custodisce rari pezzi d’arte sacra come alcune icone del XVII e XVIII secolo, oltre alla preziosa iconostasi e a una croce miracolosa. Lungo questo litorale occidentale, il Mar Libico s’insinua in una miriade di spiaggette che invitano alla discesa come quella accattivante di Plakiàs, protetta ai fianchi dai promontori Kakomouri e Stavròs. In direzione di Frangokàstelo, nota fortezza dei rivoluzionari cretesi, si arriva a Sfakià da dove parte un battello diretto ad Agìa Rouméli, per una delle escursioni più eccitanti di Creta: la Gola di Samarià, la più lunga d’Europa. Ben 18 Km percorribili a piedi in 5 – 7 ore. In alcuni tratti la strada è davvero angusta e le rocce, quasi a creare un orrido, si elevano anche per 600 metri. Ma il brivido dell’avventura si placa tra i ruscelli, le piante selvatiche (ce ne sono circa 450 varietà), la capra Kri-Kri, la donnola, la martora, il tasso e i molti uccelli che fanno di questo posto un entusiasmante gioco della natura. Alla Gola di Samarià si può arrivare anche dalla parte opposta, da terra, partendo da Hanià, a nord ovest dell’isola, e seguendo la strada verso Omalos, dove si deve lasciare la macchina e percorrere a piedi un tratto fino all’imbocco della Gola. Hanià, altra base strategica di Creta, è una vera chicca. Si snoda attorno al mondanissimo porto fitto di ristoranti e caffè, frequentatissimi giorno e notte.
In fondo al porto c’è un locale molto esclusivo, raggiungibile solo con una chiatta privata. Nel centro storico di Hanià, percorso da viuzze molto vissute, c’è il caratteristico mercato coperto in cui si respira profumo di spezie misto a un buon odore di cibo cucinato e gustato al momento. Da Hanià si può programmare un itinerario verso sud-ovest, per raggiungere l’isoletta Elafonìssi: un bizzarro elemento della natura che si raggiunge camminando nell’acqua dopo aver percorso una lingua di sabbia. Elafonìssi, tra cespugli e dune di sabbia finissima da cui prodigiosamente spuntano candidi gigli, scopre spiagge di un sorprendente rosa acceso. E’ “polvere di crostacei”, residuo delle maree. Di nuovo alla volta di Hanià, si risale per una costa incredibilmente bella e movimentata tra precipizi e calette solitarie che meritano una sosta. Vale la pena fermarsi anche per visitare Monì Hrissoskalitissa un monastero dalla posizione invidiabile. Ad est di Creta, Agios Nikòlaos è il capoluogo del distretto di Lassìthi, dall’omonimo altopiano dei mulini: un tempo ne contava 10 mila. Agios Nikòlaos, prima villaggio di pescatori, oggi vive, con vivacità anche notturna, attorno al porto e al Lago di Voulisméni. Da qui, spingendosi verso ovest e costeggiando il Golfo di Mirabello, si raggiungono le belle spiagge di Eloùnda e l’isola di Spinalonga, collegata da frequenti battelli.
Il vero interesse dell’isola si concentra sull’affascinante fortezza veneziana, la cui originaria imponenza s’intravede persino nel villaggio scheletrico, fermo nel tempo, all’interno dei bastioni. Il rientro ad Agios Nikòlaos merita una variante verso Monì Toploù, notevole fortezza veneziana con un piccolo museo che conserva icone di grandi pittori cretesi come Ioànnis Kornaros. E da qui è facile raggiungere Vài, un’incredibile spiaggia protetta da fitti palmeti e più a sud, Palékastro, il sito archeologico con i resti di un villaggio minoico e di un santuario ellenistico, forse il tempio di Zeus Dicteo. Ma da Agios Nikòlaos non si può non andare a Ieràpetra per raggiungere, con il battello, Hryssì. L’isola d’oro, dicono i cretesi. Per via di una spiaggia dorata divisa, con un filare di cedri, da un’altra splendida spiaggia. Rosa, questa, grazie a miriadi di minuscole conchiglie mescolate a finissima sabbia.
Di Teresa Carrubba