Intrecci dinamici: Una Mostra al Museo Boncompagni Ludovisi Via Boncompagni, 18 – Roma – (fino al 15 luglio 2018 )
di Luisa Chiumenti
Il Polo Museale del Lazio, diretto da Edith Gabrielli ha presentato recentemente, nella bella sede del Museo Boncompagni Ludovisi diretto da Matilde Amaturo, la mostra FERRUCCIO GARD. INTRECCI DINAMICI a cura di Lorenzo Canova. Accanto alle preziose collezioni raccolte negli spazi del Museo, l’arte di Ferruccio Gard, ha così fatto nascere singolari “colloqui” tra le collezioni stesse e le sue nuovissime sculture astratto-cinetiche accanto ad una selezione della sua ultima produzione nella linea Optical-costruttivista.
L’artista, che ha al suo attivo numerosissime esposizioni in tutto il mondo e in particolare ha esposto in diverse edizioni della Biennale di Venezia e alla Quadriennale di Roma del1986, è da annoverare fra i maestri e i precursori delle ricerche Optical-cinetiche internazionali con le sue opere che prendono vita tra accurate geometrie e “intersezioni. Ed il suo vivere e lavorare a Venezia fa parte di una scelta significativa pensando alla posizione del suo studio proprio al Lido. Da lì infatti egli può cogliere la visione dell’intera laguna, dove, come sottolinea il curatore della mostra, “la natura e la cultura si fondono in un modo irripetibile, dove la luce del cielo che si rifrange sulle onde si collega al disegno raffinato ed elaboratissimo delle architetture che si affacciano sull’acqua, in una fusione unica tra la complessa esattezza del progetto e la splendente leggerezza delle strutture”.
Ed è stato altrettanto significativo quella sorta di armonioso “incontro” che si è realizzato in mostra, fra quanto di prezioso e originale espone il museo, nell’ambito di quello slancio che si è realizzato all’epoca, alle origini di quelle esperienze d’avanguardia del primo Novecento verso la moda e il design e la “tessitura aniconica” realizzata da Gard con le sue intersezioni tra geometrie e forti cromatismi. E Tutto ciò è espresso molto chiaramente anche da alcune osservazioni dello stesso artista come quella nei confronti del colore: ” Il colore per me non è una colorazione. E’ produzione, non riproduzione”. E i quadri di Gard vanno visti poi come un preludio alle opere scultoree e addirittura, come nota sempre il curatore:” come un intelligente sviluppo delle parole del Manifesto Tecnico della Scultura Futurista di Boccioni :“proclamiamo l’assoluta e completa abolizione della linea finita e della statua chiusa…”La luce può così penetrare nel corpo della scultura e, mediante il colore, creare appunto quello che si può definire come un “intreccio dinamico”.