La strada del Vino Soave si snoda tra i colli dell’Est veronese, tra castelli e borghi, frutteti e vigneti per una cinquantina di chilometri. La vite prospera da sempre in queste terre, “colli coperti di belle vigne che danno vini finissimi”, come scriveva nel XVI sec. il letterato bolognese Leandro Alberti.
Le belle ville e gli edifici storici sparsi tra le colline rivelano le scelte di vita dei nobili e dei patrizi della Serenissima. Ma ancor prima queste terre di serena bellezza attrassero i Suavi -o Svevi- di Alboino che fondarono la città di Soave, dominata dal castello medievale, racchiusa dalla cinta muraria e attorniata da vigne che rigano il territorio in bizzarre geometrie.
E sul vino si è sviluppata nei secoli una realtà importante. In nome del vino, infatti, dal 1998 è nata una rete di operatori -cantine, agriturismi, ristoranti, trattorie, alberghi B&B frantoi e aziende dell’artigianato agroalimentare- con un’offerta turistica che copre tutto l’anno. Si va dagli sport invernali alle ultime ciaspolate di primavera, dagli appuntamenti culturali e naturalistici fino al trekking in Lessinia dove si possono ancora ammirare le case dei cimbri, il popolo che arrivò dalla Baviera nel 1.200 e si stabilì a Roverè Veronese.
Il percorso va poi verso Masenello, Dosso Alto e Parpari. Nella strada per Camposilvano si può ammirare la valle delle Sfingi, dagli enormi monoliti in calcare. Ogni vallata custodisce pezzi di arte e frammenti di storia. Nella Val d’Iliasi da non perdere è Colognola ai Colli, che durante l’impero romano era un agro centuriato. C’è anche una bellissima chiesa dell’anno mille: Santa Maria della Pieve.
Il campanile di Santa Maria Maggiore svetta invece su Monteforte d’Alpone e nel centro storico del borgo meritano una visita il Palazzo Comunale e quello Vescovile. Soprattutto le cantine sono protagoniste di un’offerta enogastronomica articolata con cene a tema e con pacchetti turistici differenziati che comprendono anche corsi rapidi di fotografia naturalistica e per conoscere le erbe selvatiche.
Difficile resistere all’appeal enogastronomico di queste terre. Parliamo di una delle poche regioni italiane a presentare le condizioni ideali per materie prime d’eccellenza: punto base per una ricca e varia gastronomia. C’è una fertile pianura e abbondanza di acque con produzione ittica, anche se il piatto di pesce più famoso del Veneto, il baccalà, viene da lontano. Stoccato secco nelle stive, era cibo prezioso durante i lunghi viaggi in mare. Nella stagione delle ciliegie è d’obbligo un’escursione a Cazzano nella Val Tremigna, dove nasce un’apprezzatissima varietà, la “mora”, squisita così com’è e ancora di più se trasformata in confetture e dolci.
Il Vino Soave, riconosciuto come “tipico e pregiato” dal 1931, rappresenta una delle denominazioni di origine più piccole come superficie ma è anche quella a più alta densità viticola d’Italia. Dei 12 mila ettari compresi nella Doc, 7 mila sono coltivati a vigna e il vitigno più diffuso è l’autoctona Garganega. I vini più identitari del territorio sono il Soave Doc, bianco dai sentori di mandorla e fiori bianchi, e il Recioto di Soave Docg, vino da meditazione e da dessert ottenuto con le uve appassite sui graticci prima della pigiatura.
Le aziende agricole alimentano un articolato tessuto produttivo e sociale con le iniziative della Strada, in Val d’Illasi e a Mezzane, sulla collina di Colognola, in Val Tramigna, sulla collina del Soave classico e nella Valle di Alpone. E’ un territorio da scoprire senza fretta, anche in bici o a cavallo e lungo i percorsi molti agriturismi, trattorie, ristoranti e cantine offrono soste ristoratrici e gustose. Oltre ai piatti tipici, si possono assaggiare prelibatezze quali il formaggio Monte Veronese Dop, la soppressa, il prosciutto crudo e l’olio extra vergine d’oliva della Valpolicella Dop.
Tra le feste dell’uva che celebrano il vino Soave c’è la più vivace, il Soave Versus, poi la Festa dell’Uva di Monteforte d’Alpone, nel Soave Classico, con chioschi enogastronomici, gare di pasta fresca e pigiatura e sfilate di carri, per finire con la Festa dell’uva di Soave, dove si può bere alla fontana che fa zampillare vino e assistere al Palio delle Botti, evento datato 1929. Facile essere informati sulle iniziative della Strada grazie ad un App per smartphone e android con cui si possono ricevere tutte le informazioni con almeno due settimane d’anticipo per organizzare un viaggio o per scegliere un pacchetto.
E poi c’è il sito: Strada del vino soave
Testo di Mariella Morosi