L’arcipelago di Palawan nelle Filippine è un paradiso naturalistico di 1.767 isole e isolotti tropicali.
Testo di Pamela McCourt Francescone
Foto di Pamela McCourt Francescone e Archivio
Un mondo incontaminato di foreste vergini, spiagge immacolate, rocce scultoree, lagune, doline, caverne, scogliere, laghi sotterranei, barriera corallina, uccelli esotici, il mitico dugongo e fondali sommersi che brulicano di barracuda, squali, tartarughe marine e pesci tropicali coloratissimi.
Le più antiche tracce dell’homo sapiens nelle Filippine furono scoperte proprio su Palawan, nelle Grotte di Tabon poco distanti dalla città di Quezon. Questa scoperta risale al 1962 quando sono stati portati alla luce i fossili umani dell’Uomo di Tabon che si stima risalga al periodo tra 22.000 e 24.000 anni fa e che verosimilmente era di una delle tribù primitive che abitavano la regione, tra le quali i Tagbanua, Palawan, Batak e Molbog.
Poco distante dalla capitale Puerto Princesa, nel parco protetto omonimo, scorre uno dei fiumi sotterranei più lunghi al mondo, un tratto di otto chilometri – e con un percorso navigabile di quattro – che attraversa un mondo silenzioso e misterioso tra grotte profonde con rocce calcaree, stalattiti e stalagmiti e abitate da milioni di rondini e pipistrelli.
Non lontano dal centro abitato, nella Baia di Honda e in quella di Ulugan sono sparpagliate decine di isolotti con spiagge incontaminate dove di giorno si vive in contatto intimo con la natura e dove, nelle ore serali, il brillìo scintillante delle lucciole avvolge la natura in un velo misterioso e fatato. El Nido, che si trova a circa sette ore di macchina da Puerto Princesa, è una vivace cittadina costiera e ritrovo di giovani e surfisti, incorniciata da alte scogliere marmoree ricoperte di vegetazione rigogliosa, che si tuffano nel mare dalle acque verde smeraldo.
Nella baia, che prende il nome dall’arcipelago di Bacuit, ci sono una quarantina di isolotti carsici, su alcuni dei quali sorgono resort di ottimo livello con spiaggette bianche da cartolina. Piccoli eden nascosti e inaspettati, lontani dal frastorno del mondo esterno dove perdersi e sognare davanti al mare dalle mille sfumature di blu e turchese. Partendo in escursione dai resort c’è la possibilità di praticare sport aquatici, allontanandosi verso lagune e calette dove le acque trasparenti svelano spettacolari barriere coralline e dove non si resiste alla tentazione di tuffarsi nei fondali tropicali variopinti e incontaminati.
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