Testo e Foto di Teresa Carrubba
Ylang Ylang, caffè, vaniglia, cacao, pepe, cannella, canna da zucchero. Un pot-pourri dolciastro e speziato aleggia nell’aria, è il profumo del Madagascar! Una mescolanza che ne fa terra esclusiva. E non solo per le fragranze.
Il Madagascar è in Africa, ma non è Africa, né Asia pur considerando che molti abitatori di quest’isola generano da popolazioni provenienti dall’Indonesia e dalla Malesia, arrivati qui dopo un’incredibile navigazione su canoe a bilanciere, che si sono stabilite contribuendo a dar vita a 18 etnie. Migrazioni vicine e lontane, influenze arabe e colonizzazioni europee hanno fatto di quest’isola un singolare amalgama delle diverse civiltà.
Riti sacri e credenze, arte e cultura, tradizioni e folklore, tutto è simile e diverso dalle origini. Il WWF ha dichiarato l’isola patrimonio ecologico del nostro pianeta. A testimonianza dell’isolamento biologico, sono animali come i lemuri, i camaleonti, la gigantesca tartaruga angonoka del Madagascar, la testuggine radiata e le numerose specie di piante endemiche, come la palma ravenala madascariensis divenuta simbolo dell’isola, a richiamare qui esperti biologi e studiosi da tutto il mondo.
I lemuri, endemici del Madagascar con circa un centinaio di specie, sono il massimo esempio di come persino all’interno dello stesso Paese possano formarsi dei sottogruppi di endemicità. L’Eulemur macaco, per esempio, vive solo nell’isola di Nosy Be e nella vicina Nosy Komba nell’arcipelago delle Mitsio, detta a buon motivo, l’Isola dei lemuri.
Nosy Komba
Ci si arriva in barca, a Nosy Komba, a circa mezz’ora da Nosy Be. Da lontano si delinea la silouette di una gigantesca tartaruga adagiata sul mare, la calotta verde di vegetazione tropicale che copre la montagna di origine vulcanica, ma a poca distanza dalla riva lo sguardo si sposta sulle decine di braccia alzate di giovani e bambini in segno di benvenuto a Nosy Komba. Qui, l’arrivo di un’imbarcazione è sempre un evento anche se man mano più frequente, e il profondo senso di ospitalità dei malgasci fa il resto.
Il primo impatto a Nosy Komba, dunque è con gli occhi sorridenti degli abitanti dell’isola, con i bellissimi volti di bambini e fanciulle decorati da eleganti ghirigori fatti con una pappetta di argilla bianca o lievemente colorata da spezie locali. Un’usanza che nasce dall’esigenza di proteggere la pelle dal sole ma con il piacevole effetto di rendere quei visi ancora più affascinanti.
Poi lo sguardo viene catalizzato dal lento movimento di infinite tovaglie appese mosse dal vento, proprio lì sulla spiaggia, davanti alle sfumature languide da acquerello tipiche dell’Oceano Indiano. Sono l’opera artigianale delle donne di quest’isola, belle tovaglie bianche ricamate a punto Richelieu, o con vistose applicazioni in tessuto colorato raffiguranti emblemi locali come lemuri, camaleonti, tartarughe.
E seguendo questi artistici filari, ci si inoltra attraverso il villaggio Ampangorina, su sentieri di sabbia pressata, in salita, costeggiati da capanne rudimentali, segno di una vita elementare ma piena di dignità. Qui, dove mancano comfort per noi essenziali come l’elettricità e tutto ciò che ne consegue, la vita si svolge all’aperto, quasi fosse una tribù.
Ecco la giovane che macina semi con un lungo bastone in un vaso di pietra, il bambino che cerca di lavarsi gettandosi addosso acqua con un barattolo, l’artigiano che intaglia il legno o lavora la ceramica grezza e, lungo tutte le stradine che portano alla montagna, ragazze avvolte in variopinti parei che vendono il loro artigianato.
Manufatti in paglia ben curati, biancheria ricamata, oggetti di legno di palissandro ed ebano e, neanche a dirlo, spezie di tutti i colori e profumi e oli essenziali di ylang-ylang e vaniglia. In cima al villaggio ci si inoltra nella foresta, Parco Nazionale Protetto, regno indiscusso dei lemuri macaco i quali, saltellando da un ramo all’altro simili ad agili scimmiette, sono sempre pronte a strappare le banane dalle mani dei visitatori stando comodamente seduti sulle loro spalle.
La femmina ha il pelo rossiccio, il maschio nero, ma in comune hanno due occhioni a palla e quasi spiritati. I lemuri della foresta di Nosy Komba, sono in buona compagnia, visto il numero di bellissimi camaleonti verde smagliante che si attorcigliano a piccoli rami grazie ad una curiosa coda a spirale.
Ma qui c’è anche un’abitante molto silenziosa e tranquilla, Carolina, un’enorme testuggine di 35 anni che si nutre di frutta. Da Nosy Komba si raggiunge in barca la vicina isola Nosy Tanikely, anch’essa appartenente all’arcipelago delle Mitsio, nota per il suo Parco Marino Protetto.
Come arrivare
Sia i voli internazionali sia quelli interni atterrano all’aeroporto Ivato, a nord di Antananarivo. Air Madagascar e Air France hanno in operativo voli diretti per il Madagascar in partenza dalla Francia. Attualmente vi sono alcuni voli settimanali da Milano a Nosy Be o Île Sainte Marie in aggiunta ai voli da Monaco e da Roma su Antananarivo.