Valicato il passo Kunjerab, in territorio cinese, a 4.875 metri d’altitudine, improvvisamente il paesaggio cambia e si aprono strette e aspre vallate dominate da alte montagne coperte da ghiacciai. Si è nel mezzo della catena del Karakorum che comprende 12 delle 30 montagne più alte del mondo. Gradualmente si scende fino al punto di confine: Signore e Signori, siamo in Pakistan!
Sul tetto del mondo. Il Pakistan promette panorami mozzafiato, per sempre impressi nella memoria del viaggiatore. Vette superiori agli 8.000 m, deserti di montagna ricchi di piccole oasi, pascoli di stelle alpine. A nord dell’Indo si innalza la catena del Karakorum con dodici tra le trenta maggiori cime al mondo, compresi gli 8611 m del K2, secondo solo all’Everest. A sud dell’Indo invece si stagliano le ultime propaggini della catena dell’Himalaya con la celebre vetta Nanga Parbat, nona al mondo per i suoi 8.125 m di altitudine. Il suo versante meridionale (Rupal) è una parete a picco di 4500 m, troppo ripida perché vi si posi la neve: da qui il suo soprannome “montagna nuda”. Il Nanga Parbat ha la particolarità di innalzarsi di 7 mm ogni anno, a una velocità maggiore di qualsiasi altro luogo al mondo.
Nella terra dell’Indo. Giovane e impetuoso, il fiume si apre la strada in mezzo alle imponenti montagne del Karakorum attraversando nel nord alcuni dei luoghi più inaccessibili della terra. Maturo e lento, avanza nella piana del Punjab e bagna le sponde della semidesertica regione del Sind, culla dell’antichissima civiltà locale e indiana, per mescolare alla fine le proprie acque, gonfie di detriti, a quelle del mar Arabico. È l’Indo, il principale corso fluviale del Pakistan. Sulle sue rive sabbiose nel corso del tempo si sono scontrati numerosi eserciti stranieri: Persiani, Greci, Sciti, Turchi e Inglesi. Nonostante questo, in Pakistan la pace e la prosperità furono spesso durature: lo testimoniano la nascita nell’antichità di numerosi centri urbani, alcuni abbandonati secoli or sono e altri ancora oggi fiorenti, e il loro successivo sviluppo, sintomi sempre di una solida struttura sociale e culturale. Dopo gli Harappa, che circa cinquemila anni fa diedero vita alla più antica e sofisticata cultura del mondo, molti popoli frequentarono queste terre e si stabilirono nella valle dell’Indo, lasciando al paese l’eredità della civiltà Veda, della filosofia buddhista e dell’arte islamica.
La Valle dell’Hunza e il segreto della longevità. Famosa per la sua bellezza, la Valle dell’Hunza è nota anche per la particolare immagine che la vuole pura e isolata: questo mito è stato rafforzato dal romanzo “Lost Horizon” di James Hilton (1933) e da una serie di leggende e film sul regno perduto di Shangri-La diffusi dai media negli anni ’70. Al centro dei racconti vi erano sempre la straordinaria salute e la longevità degli abitanti di questa zona. Gli innumerevoli terrazzamenti, molti dei quali sulle ripide pareti delle montagne, sono dedicati alla coltura dell’albicocco, il cui frutto essiccato al sole è fra gli alimenti principali della dieta dei suoi abitanti. Si dice che questa dieta sia il segreto della longevità della popolazione: non sono infrequenti le persone che superano i cento anni di vita. Baltit (Karimabad) è l’antica capitale dell’Hunza. Da sempre cuore del regno è il suo magnifico forte, sapientemente restaurato tra il 1990 e il 1996 da un’equipe anglo-pakistana, che sorge su una sporgenza di roccia simile a un trono. Hunza mantenne l’indipendenza e l’isolamento fino all’arrivo delle truppe britanniche, vivendo di scambi e baratti con le carovane che passavano per la Via della Seta.
Libro di viaggio: Tre tazze di tè, di Greg Mortenson e David O. Relin. Nel 1993 lo scalatore americano Greg Mortenson, dopo un tentativo fallito di raggiungere la vetta del K2 e una difficile discesa che mette a repentaglio la sua vita, giunge in uno sperduto villaggio del Karakorum pakistano. Gli abitanti lo curano per sette settimane, e per sdebitarsi Greg promette loro che tornerà a costruire una scuola. “Tre tazze di tè” è la storia di quella promessa, delle difficoltà incontrate per mantenerla – in California, Greg rinuncia alla casa e vive in macchina per non sprecare i soldi dell’affitto – e della spettacolare riuscita dell’impresa: in una dozzina di anni Mortenson riesce a costruire non una ma cinquantacinque scuole e soprattutto promuove in particolare l’istruzione delle bambine, da sempre escluse.
Programma dettagliato: Popoli e paesaggi del Karakorum
Data di partenza: 8 Agosto, in via di conferma
con nostro accompagnatore dall’Italia
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